Il dem Emanuele Fiano ha consegnato ieri alla Commissione Affari Costituzionali di Camera e Senato un testo base, già denominato “Rosatellum 2.0”, dal quale potrebbe derivare la futura legge elettorale, uguale sia alla Camera che al Senato
Dopo l’ultimo flop incassato dalla precedente proposta di legge elettorale fatta a pezzi poi in sede di votazione dai “franchi” tiratori, il Parlamento ci riprova. L’Onorevole Emanuele Fiano (ultimamente molto ispirato nella redazione di testi di legge) ha presentato una nuova legge elettorale sulla quale potrebbe realizzarsi quell’unione politica richiesta per l’approvazione.
Ribattezzata “Rosatellum 2.0” (in quanto sorta dalle ceneri del precedente Rosatellum sottoposto ad alcuni emendamenti) la legge elettorale sulla quale si aprirà presto anche una formale discussione in Aula prevede un mix del sistema maggioritario e proporzionale, cercando così di accontentare la maggiore platea parlamentare possibile.
Il nuovo progetto di legge spazzerebbe finalmente via l’Italicum e il Porcellum (Consultellum) così come rimaneggiati dalla Corte Costituzionale, profondamente diversi.
Proprio per evitare una tale deriva (quasi antidemocratica e potenzialmente incostituzionale), poichè è inconcepibile che a decidere come eleggere i rappresentanti del popolo sia la magistratura, il Parlamento sta cercando di accelerare i lavori per approvare la futura legge elettorale prima che scada l’attuale mandato.
Cosa prevede il “Rosatellum 2.0”?
- Il sistema maggioritario verrà applicato per eleggere “solo” il 36% dei seggi della Camera e Senato (rispetto al precedente disegno di legge che prevedeva il 50%) attraverso collegi uninominali;
- Il restante 64% verrà eletto con il sistema proporzionale in collegi plurinominali con listini bloccati di 2-4 nomi (seppur tale sistema scontenta quei partiti che chiedevano il proporzionale puro e la possibilità di scegliere pienamente i propri rappresentanti);
- La soglia per entrare in Parlamento è pari al 3%, per le coalizioni è pari al 10%;
- Il candidato potrà figurare al massimo in tre listini elettorali diversi e in tre liste proporzionali differenti;
- Non ci sarà un “capo” della coalizione ma un rappresentante per ogni forza politica che fa parte della coalizione (facilitando così l’aggregazione delle diverse forze politiche spesso reticenti a designare un soggetto unico come “capo”);
- Le coalizioni dovranno rispettare le “quote di genere”, non potendo pertanto avere più del 60% dei membri dello stesso sesso.
Cosa ne pensano i partiti?
La reazione delle forze politiche più significative non si è fatta apettare, dovendo prendersi nota di una generale propensione ad accogliere con favore una siffatta legge elettorale. Ma il discorso non può essere generalizzato perchè se Pd, Forza Italia e Lega hanno dichiarato di voloer votare al più presto il “Rosatellum 2.0”, non la pensa allo stesso modo il Movimento 5 Stelle, il partito che più di tutti sarebbe danneggiato da una tale legge elettorale che avvantaggia le coalizioni (il partito di Grillo non sembra essere disposto a formare alcuna coalizione).
«Stanno facendo una legge elettorale per fermare il M5s, in cui Fi e Pd si trovano perché stanno facendo un grande inciucio per arginare il nostro Movimento» – ha denunciato Luigi di Maio.
Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (che riuscirebbe comunque a superare la soglia per concorrere alle elezioni), non è soddisfatta ma, anzi, boccia con un sonoro “Fa schifo” la proposta di legge.
Entro il prossimo 27 settembre dovranno essere presentati gli emendemaneti in Commissione Affari Costituzionali che saranno poi oggetto di votazione; in seguito la discussione si sposterà in Aula dove, probabilmente, nessuno sarà propenso a fare sconti ulteriori dato che l’attuale disegno di legge è già frutto di un accordo a ribasso di tutti i partiti che si dicono favorevoli.
Si spera prima della fine dell’attuale legislatura.
Lorenzo Maria Lucarelli