“Il Re è morto, lunga vita al Re!” All’età di 60 anni, compiuti meno di un mese fa, Diego Armando Maradona è spirato nella sua casa di Tigre (provincia di Buenos Aires) dopo essere stato aggredito da un’insufficienza cardiaca che non gli ha lasciato scampo. La dipartita del calciatore più forte della storia del calcio (insieme a Pelè?) ha lasciato un vuoto incolmabile in tutto il movimento calcistico e, più generalmente, nel mondo intero. Perché il “Pibe de Oro” non era conosciuto solo dagli appassionati sportivi: il suo sorriso, la sua vita sopra alle righe ed il suo talento smisurato sono diventati un’icona riconoscibile ed apprezzata in tutto il globo terrestre. Ripercorriamo parte della sua vita attraverso le istantanee che hanno scandito il vissuto di un “Dio tormentato“.
Il riflesso di Diego Armando Maradona
Le fotografie sono il riflesso della nostra memoria. Dei comuni mortali e delle divinità. Diego Armando Maradona è nato uomo ma, in vita, si è vestito da Dio facendo impazzire migliaia di tifosi. È proprio “il suo popolo” ad averlo elevato al rango divino appena entrato in contatto con il suo mondo. Con il suo travolgente sorriso. Da morto, l’argentino si è preso il suo posto legittimo tra le leggende mondiali diventando immortale. Le generazioni che hanno avuto il privilegio di vederlo giocare all’interno del rettangolo verde di gioco hanno raccontato le gesta ai propri figli e quest’ultimi faranno lo stesso con chi verrà a prendere il posto delle generazioni passate. Una carriera scintillante che vogliamo descrivere attraverso qualche fotografia: ecco lo specchio della carriera del Dio sudamericano.
La nascita del Dio: esordio all’Argentinos Junior
La leggenda di Diego Armando Maradona inizia nel 1976 con l’Argentinos Junior. Con la compagine argentina, il giovane fenomeno mette insieme 166 presenze e ben 116 reti. Uno score eccezionale per un giocatore di quell’età.
Un anno al Boca Juniors e l’apertura delle porte del calcio europeo: Diego Armando Maradona “eroe dei due mondi”
Il fenomeno giunge nell’Olimpo del calcio argentino vincendo un campionato con il Boca Juniors disputando 40 partite e realizzando 28 goal. Il suo talento ormai è di dominio mondiale. Arriva in Europa grazie al Barcellona che decide di portarlo in Spagna: 36 presenze e 22 reti in due anni con la maglia blaugrana.
L’apoteosi a Napoli
Diventa il Dio del calcio in Serie A vestendo la maglia del Napoli. Sette anni straordinari che portano i partenopei, grazie al suo smisurato talento, sul tetto d’Italia per due volte. Vince anche una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Uefa. Trofei che rielevano il nome di Napoli nel panorama mondiale del calcio. Crea con i napoletani un rapporto indissolubile che, ancora oggi, nessuno può recidere.
La “Mano de Dios” e la Coppa del Mondo nel 1986
Nel 1986 si laurea campione del mondo con l’Argentina battendo in finale la Germania. Cammino straordinario macchiato dall’episodio passato alla storia come “Mano de Dios“: durante la partita contro l’Inghilterra, Diego Armando Maradona beffa portiere anglosassone ed arbitro segnando con un tocco di mano non ravvisato. Un fatto che ha scritto un capitolo, non proprio signorile, nel grande libero della storia del calcio.
Il declino di Diego Armando Maradona e la squalifica per doping ad USA ’94
L’addio al Napoli e le partesi poco fortunate al Siviglia ed al Newell’s Old Boys gli aprono, comunque, le porte del Mondiale di USA ’94. Torna in Nazionale a furore di popolo e gli argentini, con lui in squadra, sono certi di poter bissare il successo del 1986. Dopo cinque apparizioni nella rassegna iridata, viene squalificato per l’assunzione di efedrina. La foto del campione argentino accompagnato, in campo, da un’infermiera è diventata uno dei simboli della sua carriera.
L’ultimo Diego Armando Maradona
Il lento declino, condito da nuovi eccessi, portano Diego Armando Maradona a sedersi su diverse panchine, tra le quali quella della sua Argentina con CT. Non riesce ad affermarsi come allenatore, nonostante la sua carriera dica che è stato il miglior calciatore della storia. Ma calciatore ed allenatore, alla fine, sono due mestieri completamente diversi.
I murales
L’icona Diego Armando Maradona dipinta in tutto il mondo. Ecco alcuni murales, veri e propri capolavori, che raffigurano il Dio del calcio argentino:
La veglia di Napoli
Ieri sera, alla notizia della scomparsa di Diego Armando Maradona, la città di Napoli si è ritrovata ai quartieri Spagnoli, sotto al murales dell’idolo. Una veglia triste, composta e commovente: la sua città, il suo popolo, ha salutato il “Dio tormentato” di un calcio che non esiste più. “HASTA SIEMPRE, DIEGO!“
ANDREA MARI
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