Il 24 Novembre 1957 moriva a Città del Messico il pittore e messicano Diego Rivera. Famoso per la tematiche politiche e sociali delle sue opere, l’artista prediligeva la forma artistica del murale, realizzato per lo piu su edifici pubblici. Infatti il murale ha di per se un carattere pubblico che lo rende forma d’arte privilegiata per attendere a tematiche di ordine sociale. L’arte parietale è un arte pubblica, popolare, accessibile a tutti e fortemente espressiva.
Diego Rivera
Formatosi nell’Accademia di San Carlos, vinse una borsa di studio che gli permise di studiare in Spagna e in Italia. Proprio in Italia si avvicinò agli affreschi dei grandi maestri, fondamentali per l’evoluzione della sua futura produzione murale. Tornato in Messico e accostatosi al partito comunista, iniziò a realizzare i primi murales su alcuni edifici di Città del Messico. Qui infatti avvenne la riscoperta della tradizione artistica locale associata ad un linguaggio narrativo simbolico e insieme realistico. Si consoliderà così una delle forme di arte più tipiche del mondo sudamericano.
Rivoluzionaria arte murale
ll disegno permette di calarsi in modo immediato all’interno della cultura, delle emozioni, della storia e tradizione di un popolo. La sua pittura è una pittura comprensibile a tutti, si avvale di riferimenti di folklore. E’ una espressione che sarà utilizzata anche a fini didattici, in quanto la maggioranza delle persone non sapeva leggere nè scrivere.
Diego Rivera al Palacio Nacional di Città del Messico
I murales di Diego Rivera che adornano le pareti del Palacio Nacional di Città del Messico sono proprio un grande affresco della storia del popolo. I dipinti raffigurano dicersi episodi della storia del Messico, come l’arrivo della divinità Quetzalcòatl fino alla rivoluzione e oltre. I colori che decorano le scale e le pareti del palazzo sono sgargianti e proiettano l’osservatore nella vita delle popolazioni native.
I murales di Diego Rivera furono realizzati tra gli anni ’30 e gli anni ’50. L’opera è titanica, copre una superfice amplissima del palazzo e ha un respiro epico. Rivera volle rappresentare all’interno dei murales del Palacio Nacional di Città del Messico anche se stesso e le persone a lui care, tra cui Frida Khalo.
A New York
Non andò bene invece quando, incaricato di affrescare una parete del Rockfeller Center di New York, Rivera insierì nell’opera il ritratto di Lenin. Il titolo dell’opera era L’uomo controllore dell’universo. Il committente considerò un oltraggio questa provocazione e ordinò di coprire e poi distruggere dell’opera. Tornato in Messico nel 1934 l’artista dipinse lo stesso murale che era stato distrutto a NewYork al secondo piano del Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico. La “damnatio memoriae” non ebbe l’effetto sperato e l’accaduto non fece che accrescere la fama dell’artista messicano nel mondo.
M.Cristina Cadolini