A Tivoli, fino al 16 marzo 2020  la mostra “Après le delùge – Dopo il Diluvio: viaggio tra opere recuperate e misconosciute”, dove il tema centrale è la tutela del Patrimonio.

Dopo il Diluvio – Archeologia recuperata

Il diluvio è la metafora delle opere portate vie dalla depredazione avvenuta sul nostro territorio nei decenni passati.

Nella mostra sono esposti piu di 40 reperti antichi recuperati dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, unitamente alla Polizia Svizzera.

Questi reperti, oggetto di scavi clandestini, sono stati rintracciati seguendo tracce investigative che dal territorio italiano conducevano al porto franco di Ginevra.

Le opere sono esposte a Tivoli tra l’Antiquarium del Santuario di Ercole Vincitore e le sale del piano nobile di Villa d’Este.

L’allestimento è progettato come un laboratorio, con la presenza di casse e di supporti minimi, dato il valore scientifico dei reperti ancora inediti e in corso di studio.

Arianna di Villa D’este

Il progetto si inserisce in una programmatica e intensa attività di cooperazione con i Carabinieri, iniziata nel 2019 con la consegna  della cosiddetta Arianna, un coperchio di sarcofago in marmo. Oggi Arianna è in mostra nel chiostro di Villa d’Este.

Questa delicata scultura del  II sec. d.C. era stata oggetto di uno scavo clandestino nei dintorni di Roma. Era stata poi acquistata sul mercato internazionale per 4,5 milioni di dollari dopo essere uscita illegalmente dal territorio italiano.

Recuperata nel 2019 grazie all’operazione “Bella Addormentata”, ha trovato collocazione permanente nel chiostro di Villa d’Este.

 “Riportare beni archeologici nei luoghi di origine – dichiara il Generale Riccardi – è far rivivere il passato. I carabinieri per la tutela del patrimonio culturale fanno questo: rendono all’Italia pezzi pregiati della sua storia. L’emozione di vederli in mostra crea un circolo virtuoso: dona un senso al nostro lavoro e ci dà la carica per la prossima indagine.”
Oltre ai reperti archeologici ritrovati , a Villa d’Este sono esposte anche opere su tela per la prima volta esposte in una istituzione museale. Si tratta di capolavori provenienti da collezioni private, che spesso hanno affinità con la storia delle Villa di pittori della cerchia di Salvator Rosa, Nicolas Poussin, Giovanni Paolo Pannini e Giovanni Fattori e altri.

L’attività di recupero di questi anni dei Carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale è intensa.

I Putti Danzanti e Ninfe di Carponi

Il diluvio era arrivato nel 1975 anche Accademia di Belle Arti di Napoli e aveva portato via il quadro “Putti danzanti e Ninfe” di Giulio Carponi. Il quadro è stato recuperato di recente dal Nucleo Carabinieri Tutela del Lavoro di Udine ed è tornato proprio questo mese nella sua sede originaria.

Marco Aurelio non ha perso la testa nel diluvio

Ed ancora, proprio di questi giorni la notizia del ritrovamento della la testa scultorea in marmo dell’imperatore Marco Aurelio rubata nel 1992. Era stata rubata  quando erano in corso dei lavori di restauro sulla facciata del palazzo. I carabinieri l’hanno identificata a Campione d’Italia e rimpatriata. La stavano cercando da 27 anni. Ora anche la testa scultorea in marmo dell’imperatore Marco Aurelio può tornare a casa, sulla cima dell’arco di trionfo di Zagarolo, vicino a Roma.

Testa Marco Aurelio da Zagarolo - recupero
Testa Marco Aurelio da Zagarolo – recupero

La scultura risalente al II secondo d.C., era posta sulla sommità dell’arco annesso al palazzo Rospigliosi, sede del museo del giocattolo, a Zagarolo, un comune in provincia di Roma. Anche questa testa ritornerà presto al suo posto.

di M.Cristina Cadolini