Quando i film fanno la loro magia, lo schermo diventa uno specchio, che riflette le dimensioni delle nostre identità in modi profondi ed emotivi. È qui che entra in gioco il coinvolgente documentario Netflix di Sam Feder, Disclosure, che ripercorre il modo in cui i personaggi non conformi al genere, dell’attuale comunità LGBTQ, sono stati rappresentati negli anni sullo schermo. Un toccante tributo all’esistenza delle persone trans e un’amara riflessione sui pregiudizi alimentati da Hollywood.
I dannosi cliché alimentati da Hollywood
Stereotipi di genere, narrazioni disfunzionali, cisgender-centrismo. Per decenni, con la rappresentazione delle persone trans in tv e al cinema ci si è posti il problema di essere compiacenti esclusivamente verso il pubblico mainstream bianco, eterosessuale e conforme al proprio genere. Nella storia di Hollywood i personaggi transgender non sono pochi, ripercorriamo allora il racconto in Disclosure delle persone che negli ultimi vent’anni hanno fatto coming out. Il regista Sam Feder, ce lo racconta dall’inizio alla fine: partendo dai film muti, passando per Psycho, Nip/Tuck, Sex and the City e Ace Ventura, arrivando alla serie TV del 2018 Pose.
Insieme a Laverne Cox, protagonista della serie Netflix, Orange is the New Black, nonchè produttrice del docufilm, compaiono: Lilly Wachowski, una delle due sorelle transgender che hanno creato la saga di Matrix, Mj Rodriguez, la protagonista transgender della serie TV Pose, Jamie Clayton, attrice transgender della serie TV Sense8, e Chaz Bono, attore, scrittore e attivista dei diritti LGBTQ, figlio di Sonny Bono e Cher. Come detto da Laverne Cox al Guardian: innumerevoli storie di persone trans da lei incontrate che, ispirate dalla potenza suo personaggio in Orange, la detenuta Sophie Burset, hanno deciso di fare coming out e smettere di vivere di nascosto la loro condizione.
La mia vita è un esempio così profondo di ciò che la rappresentazione può fare. Le persone trans hanno subito livelli di violenza senza precedenti, anche per colpa della politica.
Laverne Cox
Diritti LGBTQ per un mondo più equo
Il docufilm fa riflettere su come i film datati riflettano tempi più conservatori, eppure molti dei tropi dannosi che hanno introdotto persistono. Disclosure ci insegna che è proprio a causa della carenza di rappresentazioni credibili che ciò che resta del mondo transgender, abbandonato spesso in narrazioni inadeguate e grottesche, assume un significato decisamente offensivo. Per un equa libertà ci ha pensato l’enorme protesta, avvenuta il 19 giugno scorso, del movimento “Black Trans Lives Matter” a New York.
Manifestazione spinta da una solidarietà senza precedenti contro la violenza, sistemica e reiterata, nei confronti delle persone transgender di colore. Dovuta soprattutto a causa delle due donne nere uccise l’anno scorso: Dominique Fells a Filadelfia e Riah Milton in Ohio, che spingono anche la Corte Suprema degli Stati Uniti a proteggere i diritti civili, impedendo a 26 stati di consentire ai datori di lavoro di licenziare dipendenti trans. Una boccata d’ossigeno dopo anni di muri, fisici ed ideologici, a cui dovrà inevitabilmente seguire un’ancora maggiore revisione di inclusione dei diritti LGBTQ+.
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A cura di Giuliana Aglio