Donna trans picchiata dalla polizia a Milano, non serve analizzare un bel niente

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Di Alessia Spensierato

Quello che è accaduto a Milano ieri ha dell’incredibile e del vergognoso insieme. Una donna trans brasiliana è stata immobilizzata e presa a calci e manganellate da quattro agenti della polizia locale. Il tutto mentre era inerme, non armata, con le mani ben in vista, come ripreso da un video che riassume, senza bisogno di ulteriori commenti, tutta la violenza adottata dalle forze dell’ordine. 

Donna trans picchiata dalla polizia a Milano, le parole di Ilaria Cucchi

In queste ore sono in tanti ad essersi scesi in campo, non solo esponenti del mondo politico. In generale serpeggia un sentimento di sdegno, sebbene ci sia chi “giustifica” una simile vergogna. In una intervista al quotidiano La Stampa si è espressa anche Ilaria Cucchi, senatrice e sorella di Stefano Cucchi – morto nel 2009 a seguito delle violenze inflitte dalle forze dell’ordine -, la quale senza mezzi termini ha tuonato:

Si chiama tortura. Non conta nulla quanto possa essere accaduto prima ma solo quella terribile sequenza di colpi che vengono inflitti a freddo. Senza, cioè, una reale colluttazione, alla vittima inerme e indifesa che li subisce tutti senza nemmeno rendersi conto del perché. Provo dolore per le prese di posizione dei colleghi della maggioranza.

La Cucchi ha voluto lanciare un appello accorato (quanto disperato), con l’auspicio che possa raggiungere il centrodestra:

Voglio rivolgere loro un appello con tutto il cuore. Abbandonate, vi prego, ogni tentazione di cedere alla propaganda ignorante, quella che parla alla pancia della gente. Rivedete le vostre posizioni, vi supplico. Riaffermate lo Stato di diritto perché siete al governo. Siete il governo dell’Italia! Non legittimate la sopraffazione del potere sui diritti dei più deboli, dei diversi, degli ultimi

“Non mi sembra che una trans abbia mai creato disordine pubblico, hanno sbagliato ed è un episodio grave. Invece di manganellare trans o gay, la polizia dovrebbe arrestare chi delinque veramente, come spesso accade in stazione Centrale”. Lo dice all’Adnkronos Efe Bal, riferendosi al video diffuso in rete dei quattro agenti di polizia che prendono a manganellate una donna, probabilmente trans.

Di sicuro secondo Efe Bal si deve analizzare bene la situazione: “Mi sembra strano -sottolinea- e bisogna in ogni caso capire cos’è successo veramente. Non ho mai sentito una cosa del genere qui, in Italia; non mi sembra un posto in cui i poliziotti picchiano qualcuno. La polizia normalmente non è aggressiva, ci vuole tanto perché arrivi a picchiare, ripeto, bisogna capire cos’è successo”.

La relazione degli agenti

I ghisa intanto rispondono alle accuse. L’edizione milanese di Repubblica dice che ad agire nella colluttazione sono stati il sovrintendente V.C., l’assistente F.A. e i due agenti A.G. e S.C. Nella relazione trasmessa dal Comando 2 in procura si scrive che la trans A.M. «iniziava a mordersi la mano fino a farla sanguinare e iniziava a sputare sangue minacciando di avere l’Aids. E di infettare tutti i presenti». Una volta trasferita nell’auto dei vigili, la 41enne «tramite alcuni fermagli metallici che aveva tra i capelli — prosegue l’annotazione — tentava ancora di autolesionarsi». Poco dopo «iniziava a dare testate violente ai finestrini laterali della vettura e alla paratia di sicurezza centrale, lesionandosi il capo che sanguinava». Agli atti risultano calci agli sportelli e minacce agli agenti. E una frase a V.C. e F.A.: «Voi due non arrivate vivi a stasera, io sono pazza».

Non finisce qui. Tra via Castelbarco e via Sarfatti A.M. Si accascia. Perché, secondo gli agenti, sta simulando un malore. Poi il tentativo di fuga. Realizzato con «violenti calci alle gambe» di F.A.. Quindi la spinta al collega A.G. Che «facendo rovinare a terra l’agente, si procurava lesioni». Una volta a terra, la 41enne veniva immobilizzata dal sovrintendente V.C.. Ma in scena irrompe F.A. Il quale «vedendo i colleghi in difficoltà utilizzava il bastone distanziatore all’indirizzo del fuggitivo». Ovvero le manganellate che si vedono nel video. Nella relazione non ci sono cenni ai calci e all’uso dello spray al peperoncino. I quattro sono stati nel frattempo destinati a lavoro d’ufficio e tolti dalla strada. Oggi saranno ascoltati dai pm. I sindacati intanto li difendono. Dice Daniele Vincini del Sulpl: «Dovrebbero essere lodati, hanno fatto il loro dovere ed evitato che quella persona potesse far male ai bambini. Sono già stati condannati ed è una vergogna, ma non lo consentiremo e saremo al loro fianco. Se necessario con i nostri avvocati». Stessi argomenti da Orfeo Mastantuono del Csa: «L’operato tecnico del collega potrebbe non essere stato del tutto appropriato. Ma la fase finale e il video quindi non riportano la realtà dei fatti. Le dichiarazioni del sindaco e dell’assessore sono inaccettabili e fuori luogo»