Stasera Rai 1 propone il film di Guillermo del Toro “La forma dell’acqua”. Nel cast, tra i vari nterpreti, figura Doug Jones. Il famoso trasformista hollywoodiano interpreta la creatura anfibia che in questa pellicola s’innamora della protagonista.
“Ho interpretato tanti mostri: ogni volta l’approccio è uguale: studio l’ambiente in cui vivono, come si muovono, come si relazionano con gli altri. Investigo sulle loro paure e i loro desideri. La preparazione è identica a quando ti prepari a interpretare un umano. Quando poi lavori con Guillermo del Toro allora il processo è ancora più intenso, perché lui scrive e crea mostri con spessore. Lui i mostri li ama”
Con questa parole Doug Jones ha spiegato il suo metodo per una perfetta interpretazione di un mostro. In 33 anni di carriera l’attore e mimo americano ci ha regalato creature indimenticabili come il fauno di “Il labirinto del fauno” e Silver Surfer di “I Fantastici 4 e Silver Surfer”. Mostri che come la creatura di “La forma dell’acqua” non sono nati solo grazie alla CGI. Tutti infatti devono molto al loro ottimo interprete.
Doug Jones e La forma dell’acqua
“Ognuno di noi reagisce in modo diverso davanti alle ore di make-up. Faccio questo lavoro da trent’anni e alla fine della giornata c’è sempre un team di persone pronto ad aiutarti a togliere il costume di scena. Questo pensiero mi tranquillizza”.
Queste parole di Doug Jones ce lo mostrano come una persona paziente ed è infatti noto per essere “l’uomo che non si lamenta mai”. Una qualità importante per chi deve sottoporsi ad ore di trucco come nel caso di “La forma dell’acqua”. La creatura di questo film è un omaggio a “Il mostro della laguna nera” ed è ispirato ai quadri di William Blake. Per realizzarla ci è voluto un lavoro immenso sia sul set che fuori anche perchè gli effetti utilizzati sono sono soprattutto quelli reali e non della CGI. Anche Jones, che ha dovuto indossare una tuta letteralmente cucitagli addosso a causa dell’acqua, ci ha messo del suo. Il famoso mimo si è ispirato infatti ai movimenti dei matador giocando anche con le sue anche.
Stefano Delle Cave