Questa mattina, dopo una breve comunicazione alla Camera dei deputati – “Chiedo di sospendere la seduta perché sto recandomi dal presidente della Repubblica per comunicargli le mie determinazioni” -, Draghi è salito al Quirinale dove è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. 

Draghi si è dimesso

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Draghi, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del Governo da lui presieduto e ha rimesso l’incarico nelle mani del Capo dello Stato che ne ha preso atto. Poi si è recato a palazzo Giustinani per incontrare la  presidente del Senato Elisabetta Casellati. Nel frattempo Mattarella ha convocato i presidenti delle Camere.

Lo ‘scontro’ tra il Governo e i partiti si è consumato ieri in Senato: con 95 voti favorevoli, l’Aula di Palazzo Madama ha votato la fiducia al premier Draghi in Senato ma i numeri sono stati considerati troppo bassi per proseguire il cammino del Governo.

Tutto dipenderà dal momento in cui il Presidente Mattarella farà scattare lo scioglimento delle Camere. Da quell’istante bisognerà attendere da un minimo di 60 a un massimo di 70 giorni per andare al voto. Si apre dunque una finestra che va dal 18 settembre al 25 settembre. Si potrà essere più precisi dopo aver ascoltato Mattarella questa sera, ma stando a indiscrezioni che escono dal Quirinale, la volontà è di andare al voto il prima possibile. Accantonata, dunque, l’ipotesi del 2 ottobre, che era stata ventilata nei giorni scorsi. A determinare l’accelerazione, spiegano le fonti, la necessità di avere il prima possibile un governo nel pieno delle proprie funzioni e dare al prossimo esecutivo tempo utile per disegnare la legge di bilancio e raggiungere gli obiettivi del Pnrr del secondo semestre dell’anno.

Il Parlamento europeo guarda con attenzione alla vicenda italiana: Iratxe Garcia Perez, capogruppo dei socialisti al Parlamento Europeo, ha espresso “preoccupazione per l’evolversi della crisi di governo in Italia” indicando “i populisti e il Partito popolare europeo come responsabili di questa situazione”. Gunnar Beck, europarlamentare tedesco del partito di estrema destra Alternative für Deutschland, in un tweet si è rivolto all’elettorato tedesco. “Presto probabilmente i tedeschi dovranno salvare gli italiani. Visto quello che sta succedendo ci sembrerà di aver dato degli spiccioli alla Grecia 10 anni fa. Potrebbe essere l’inizio della fine”, ha dichiarato Beck riferendosi ai rischi per la sostenibilità del debito italiano in seguito alla caduta del governo Draghi. “Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all’Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese”. Lo ha scritto il commissario Europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni in un tweet in seguito al voto di fiducia espresso dal Senato martedì sera nei confronti del governo guidato da Mario Draghi.

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