Oggi il rush finale che porterà alla formazione di un nuovo governo targato Mario Draghi. Tra l’incognita giallo/verde e i piani per i fondi europei
Le incognite di Draghi
Nella serata probabilmente avremo la sicurezza di un’ampia maggioranza con a capo il Super Mario d’Europa. Dopo le consultazioni dei giorni scorsi che hanno visto incassare il si di Fi, Pd e Iv; è tempo dell’incognita Salvini, e pentastellati. Nella giornata odierna, infatti, sarà la Lega ad ascoltare Draghi, mentre un M5s minaccioso di scissione si affiderà al pre-vertice Conte-Grillo. Tutti auspicano in un Governo politico, anche se si parla di 8 tecnici e 12 rappresentanti delle diverse forse politiche. Una maggioranza tutta da disegnare, con un mandato che non pare essere visto di buon occhio fino al 2023 (punto su cui si è soffermato il leader della Lega). Ma alcune cose sono certe: Giorgia Meloni ha già posizionato FdI all’opposizione, così come Leu non vede di buon occhio un Governo con Salvini.
I fondi europei
Tra gli ingorghi di questo nuovo Governo sicuramente è in primo piano il punto di rottura che ha portato alle dimissioni di conte: parliamo del Recovery Fund. Dalle prime indiscrezioni pare che tutto l’esecutivo sarà impegnato per i primi mesi sulla struttura di un piano d’investimenti dei fondi europei. Giovani, sanità e ricerca. Queste le parole chiave da inserire in agenda, seguendo il modello francese. Secondo quanto si apprende infatti l’ex numero un di Bankitalia non vorrebbe in alcun modo prevedere che i fondi europei vengano investiti a fondo perduto. Piuttosto avrebbe in mente di strutturare un piano che dia una “ripresa lenta” ma profittevole per il nostro paese. Più posti di lavoro quindi, uno sprint sul piano vaccinale ed una ripartenza disegnata sulla sconfitta del virus.
Tra ambizione e certezze
Secondo lo stratega di questa crisi, Draghi rappresenterebbe “una ventata di credibilità e fiducia nel Paese. Una polizza assicurativa per i nostri figli e nipoti“. Non la manda a dire Matteo Renzi che ha da subito apprezzato la “mossa politica” del Capo dello Stato. Ma sta di fatto che un’intesa tra governo e partiti è fondamentale e cruciale per la creazione di una fiducia stabile e profittevole. Il 60% degli Italiani (secondo un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera) sarebbe convinto dell’incarico di Draghi. D’altronde il salvatore dell’Europa, il super Mario del post crisi finanziaria, fa ben sperare e rappresenta una certezza. Ma in Italia le sicurezze vengono meno davanti alle ambizioni dei singoli. Sarà quindi cruciale trovare stabilità per poter strutturare un Recovery plan profittevole per la sicurezza delle future generazioni.
Emanuele Battaglia