Uno scorpione deve attraversare un fiume. Vede una rana intenta anch’essa al guado e le chiede un passaggio. La rana diffidente ha paura che lo scorpione la punga ma l’insetto promette di non farlo perchè nuocerebbe entrambi in quanto incapace di nuotare. La rana accetta e a metà tragitto lo scorpione punge l’anfibio, i due annegano. La rana chiede:”perchè?”, lo scorpione risponde “E’ la mia natura”. Questo è “Drive”.
L’amore che si intreccia alla malavita.
Nicolas Winding Refn, insieme a Lars Von trier, uno degli autori più apprezzati e riconosciuti del cinema danese, gira questo thriller continuando il suo percorso di annientamento verbale del personaggio. Da “Vallhalla Rising” fino a “Solo Dio perdona” i suoi protagonisti sono tutti fisico e animo, lotta e sentimento. Cariche umane che non si fanno contagiare dalla parola ma rimangono quasi animaleschi con le loro corporeità mute. Ryan Goslin, dal volto marmoreo, è il rappresentante ideale di questa ideale schiera.
Nomination all’Oscar al miglior montaggio e miglior regia a Cannes per quest’opera che ha definitivamente consacrato Nicolas Winding Refn.
Il protagonista, non ha un nome, sembra non avere un passato, ha presente. Una vita ubiqua, di giorno meccanico, di notte stuntman. Si innamora di Irene (Carey Mulligan) sua vicina di casa, ma lei è sposata e suo marito Standard (Oscar Isaac) è in carcere. Appena quest’ultima torna in libertà viene minacciato dalla mafia a causa di un debito. Costretto a compiere una rapina, viene aiutato dal pilota deciso ad aiutare Irene e la sua famiglia. Il colpo è esiziale scatenando un circuito di sofferenze.
“Drive” di Nicolas Winding Refn, un thriller di stampo danese, quindi ancora più thriller confezionato con la giusta freddezza che solo un baltico può imprimere all’opera.
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