
Drive Me Home di Simone Catania è da ieri nei cinema. Un road movie d’amicizia, speranze e sentimenti.
Sinossi
In un piccolo paese della Sicilia quasi disabitato, arroccato sulle montagne, Antonio e Agostino sono tra i pochi giovani rimasti : due amici per la pelle, cresciuti insieme sognando di emergere, viaggiare, conquistare il mondo. Passati degli anni, Antonio (Marchioni) vive a Londra lavorando come cameriere. Agostino (D’Amore) invece lavora come camionista girando per l’Europa. Un loro incontro improvviso li porta ad intraprendere un viaggio in camion per il vecchio continente all’insegna di nuove esperienze e nottate folli, alla ricerca delle proprie origini nel vecchio continente.

Recensione Drive Me Home
Nel 2010 i cieli del nord Europa sono stati offuscati a causa dell’eruzione del vulcano Eyjafjöll. Raggiunto il punto critico di fusione del magna il colosso islandese ha dovuto necessariamente espellere la lava incandescente forzatamente pressata. Questa affascinante e dannosa interiorità infraterrestre che si esprime ha una componente fortemente umana che eleva quasi mitomaniacalmente il nostro animo ad un’eruzione vulcanica. I protagonisti di “Drive me home” di Simone Catania, sua opera prima, sono come due vulcani che hanno soppresso per anni la loro interiorità fin quando è arrivato il momento di eruttare.
Un road movie che indaga su un tema sempre attuale: la necessità di lasciare il luogo in cui si è nati per cercare una vita migliore ma, allo stesso tempo, il desiderio di ritornare sui propri passi. Questo film riesce a distinguersi per un’ottima evoluzione tra i due coprotagonisti, che li sradica dai personaggi che li hanno resi noti al grande pubblico. L’opera prima di Simone Catania ha, inoltre, una bellissima scrittura e una folgorante fotografia che rendono il lavoro ancora più elegante e piacevole.
Un gioiello di film dove si provano a smontare le etichette e il pensiero dominante. Una pellicola nella quale i propri sentimenti si esprimono senza paura e senza pregiudizio.
Francesco Bettanin in collaborazione con Luca Lo Destro