Dustin Hoffman è tra gli attori con più nomination agli Oscar, pur avendoli giudicati “osceni, sporchi e non meglio di un concorso per bellezza.
Il successo per Dustin Hoffman sembra essere già scritto nel nome, i genitori lo scelsero in omaggio a Dustin Farnum, stella dimenticata del cinema muto.
Versatile e sempre sulla cresta dell’onda
La sua brillante carriera è il frutto di chi ha lavorato sodo, sviluppando doti recitative che gli hanno permesso di spaziare tra i generi più disparati.
Hoffman è stato il sensibile e geniale Rymond, Dorothy nel film Tootsie, Carl Bernstein del caso watergate. Di recente ha recitato in Meyerwvitz stories ed ha prestato la voce al maestro Shifu in Kung fu panda.
Precisione e senso dell’humour
L’attore ha sviluppato fin da giovanissimo un’inclinazione artistica, prima di iscriversi all’Actors Studio aveva già studiato piano, canto e recitazione.
Da ragazzo non amava la scuola, frequentò il college per un anno prima di abbandonare definitivamente gli studi.
La sua pigrizia nello studio si è trasformata con gli anni in una ferrea disciplina nel lavoro.
L’attore ricerca costantemente un modo per migliorare e perfezionare la sua arte. Forse è dovuto a questo il suo temperamento fresco e gioviale che ricorda i suoi ruoli giovanili.
Uomo rigoroso e misurato, a Holliwood è tra gli attori con più senso dell’humour e a cui piace giocare con il suo personaggio, specie se intervistato.
Dustin Hoffman e Gene Hackman
Entrambi frequentarono il Pasadena Playhouse e quando Dustin si trasferì a New York, Gene lo ospitò nel suo appartamento.
Tra i miti del giovane Dustin c’è sicuramente Marlon Brando, dopo averlo visto suonare il bongo in un locale, decise di emularlo.
L’attore racconta di essere stato spessissimo sul tetto della palazzina sulla Seconda Avenue con Hackman a suonare rispettivamente bongo e batteria.
Quelli furono anni di gavetta in cui lo squattrinato aspirante attore visse nel costante timore del fallimento.
La grande occasione arrivò a Brodway, dopo aver recitato in “Aspettando Godot”, interpretava un’ufficiale nazista omosessuale in “Noon and nights”, dove venne notato da Mike Nichols che lo volle per “Il laureato”.
“Un’uomo da marciapiede”
In quest’opera l’attore da prova della sua bravura, interpretando in modo crudo l’immigrato Salvatore Rizzo, miserabile dei miserabili. Hoffman Non vince l’oscar ma ci regala una delle sue performance migliori.
Pellicola figlia della nouvelle vague americana, racconta un mondo disincantato con personaggi distanti dagli stereotipi americani.
La storia narra le vicende di Joe (John Voight), ragazzo di provincia che stringe una strampalata amicizia con “Rico”(Dustin Hoffman) , italo-americano malato di tubercolosi costretto a vivere ai margini della società.
L’attore impressionò il regista presentandosi all’incontro a Times Square vestito da senzatetto, fu così che ottenne la parte.
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Valeria Lombardi