Dylan Dog numero 429: la bestia della brughiera, è l’uscita di giugno della testata regolare sull’indagatore dell’incubo più famoso del mondo. Novantotto pagine di immersione in un misterioso paesino inglese con un nuovo caso da risolvere e nuove forze sovrannaturali pronte a credere in Dylan Dog.

La bestia della brughiera tra Sherlock Holmes e Dylan Dog

Ogni volta che leggo un nuovo albo del moretto misterioso e affascinante di Tiziano Sclavi inizialmente sembra sempre una storia banale, ma più vado avanti nella lettura e più la fame di divorare le seguenti pagine sale, e mi trovo lì, alla fine, a risolvere il mistero insieme a Dylan, con la voglia irrefrenabile di leggere già la prossima storia.

Il mostro della brughiera è il protagonista di questo albo, un topos esistente in leggende popolari e folklore, che è stato trascritto su carta per la prima volta da Arthur Conan Doyle nel terzo romanzo dedicato a Sherlock Holmes: Il mastino dei Baskerville. Sherlock Holmes risolve il caso con scetticismo e lucida razionalità, Dylan Dog invece (e questo è uno dei motivi per cui lo preferisco) nel mistero e nell’occulto diguazza.

Ritorno alle origini con un vecchio team

Per questo nuovo volume della serie son stati ripresi artisti che rappresentano pietre miliari delle storie Dylaniane. I disegni di Corrado Roi sono impeccabili, il viso di Dylan appare perfetto nei lineamenti, le tavole sembrano essere composte da piccole opere d’arte in chiaroscuro e tutto ciò rende a perfezione l’atmosfera oscura di Deepwich (il luogo in cui si risveglia Dylan senza memoria).

La storia di Luigi Mignacco sembra riprendere la trama di Faust: vendere l’anima al diavolo in cambio della conoscenza e dell’eterna giovinezza; e la condisce con ingredienti del tipo: oscura divinità celtica, rito, scienziato avido, bestie mostruose ed un paese di strani abitanti che cercano di occultare la verità nascosta e che per qualche strano motivo godono di una vita lunghissima (proprio come nel film Il mistero della fonte degli anni 2000).

Novantotto pagine di Horror anni ’80

Se è vero che un libro non si giudica dalla copertina è anche vero che a questo giro la massima non regge, La bestia della brughiera si può giudicare e come dalla copertina (di Gianluca e Raul Cestaro), che trasuda vera essenza Dylaniana e si presenta come il parallelo opposto della copertina del primo numero L’alba dei morti viventi; questa in modo molto semplice mostra Dylan con in mano una pistola e di fronte a sé la bestia, con sfondo lunare e colori prevalenti blu notturno e rosso Dog.

Come si evince già dalla cover il nuovo albo è decisamente un ritorno al classico, sia per i disegni che per la trama, ed a mio parere è sempre una delizia poter gustare del sano horror anni 80. Al fine di tutto direi che Il 429 è un piccolo gioiellino da possedere per i veri fans: non sarà originale, ma di sicuro è un ritorno alle origini.

Sara Di Luca