Dylan Dog 666 è la nuova fase di rilancio del personaggio, ideata da Roberto Recchioni dal momento in cui ha preso in mano la direzione e la regia della testata dell’Indagatore dell’Incubo creato da Tiziano Sclavi, iniziata con la “Fase 2” del 2013 e culminata nel “Ciclo della meteora” del 2018-19.
Quest’ultime, nonostante alcuni numeri degni di nota, non si sono rivelate capaci di catturare appieno l’attenzione come l’autore si aspettava, riuscendo tuttavia a raggiungere lo scopo, ossia “ripartire” da zero con la testata, reintrodurci nel mondo di Dylan Dog con una mini saga particolare, terminata con il numero 406 uscito a fine giugno, che ci propone un nuovo Old Boy, su alcuni aspetti, mentre su altri rimane il personaggio che ha accompagnato e affascinato diverse generazioni di lettori.
Dylan Dog 666 – La trama
Dopo gli eventi del Ciclo della meteora il mondo è ripartito da zero. Come il nostro eroe.
Dylan Dog è un uomo stanco e disilluso. Un tempo poliziotto di Scotland Yard, ha deciso di abbandonare tutto e abbandonarsi, in seguito alla perdita della donna che amava. Eppure, nonostante si sia nascosto in un luogo sperduto dell’Inghilterra, eventi che trascendono la natura umana lo portano a tornare alla sua città natale, Londra, affiancato da una nuova spalla per fronteggiare ciò che accadrà. Dylan Dog è tornato e l’orrore può ricominciare.
Tiziano Sclavi: O si ama o si odia
E’ impossibile separarsi completamente da ciò che ha reso il personaggio quello che è, a cominciare dalla sua caratterizzazione e storia, tanto che il nuovo Dylan nel presentarsi ad una sua cliente nel 401 dichiara che egli è “un suo discente. O, forse, una sua reincarnazione.. un sequel , o forse un remake, o magari un reboot… di questi tempi nessuno si inventa più niente”, mettendo in chiaro fin da subito ciò egli è.
Per questo motivo Recchioni non poteva completamente cancellare tutto ciò che Sclavi aveva iniziato, sebbene egli abbia rimarcato il suo eccessivo controllo sul personaggio nell’onirico e meta-narrativo numero 400: la presenza di Sclavi viene rappresentata come sfiancante, onnipresente, mentre manovra e decide il destino di un Dylan alla deriva, in tutti i sensi, mentre fronteggia in maniera monotona e oramai stanca sempre le stesse creature o situazioni.
Era quindi necessario darci un taglio e provare qualcosa di nuovo, e a questo è servito il numero: a mostrare il passaggio di testimone fra i due autori e della nuova presa di posizione di Recchioni sul destino del personaggio. Ma in che modo è stato possibile ciò?
Stessa storia, stesso posto, stesso bar?
Anzitutto, è bastato spostare ai giorni nostri la storia e le avventure di Dylan, che solo nella Fase 2 si era ritrovato davvero a confrontarsi con i mali dell’età contemporanea, come la tecnologia, i disagi delle classi sociali, il rapporto tra popolo e forze dell’ordine, razzismo ecc.
Dylan però sembrava più un estraneo, un uomo d’altri tempi (come in effetti è, per chi conosce le sue vecchie origini) sempre pronto a fronteggiare la società consumistica e i suoi mali ma quasi distanziandosi completamente da essa.
Il nuovo Dylan no. Egli è più aperto alla tecnologia, è figlio dei tempi moderni e si è lasciato assorbire, seppur in parte, da essi; non deve quindi sorprendere se usa uno smartphone o un tablet per informarsi, o se nelle sue citazioni, si possano trovare film o serie tv molto più recenti come Unbreakable di M. Night Shyamalan, Il signore degli anelli di Peter Jackson, Stranger Things e Big Bang Theory.
Per quanto riguarda il personaggio in sé, ci viene presentato un Dylan dal look più trasandato, con una folta barba e un cappotto scuro e pesante, brusco nei modi, pur conservando caratteristiche tipiche della sua versione originale, tra pregi e difetti, in una società che ha rigettato il paranormale in favore del progresso e dei fatti, sebbene non siano sempre attendibili o veritieri. Ben diverse sono le sue origini e, in parte, i comprimari.
Vecchi e nuovi amici per Dylan
Nella nuova caratterizzazione i comprimari risultano più consoni alle situazioni e ai tempi, inserendosi perfettamente nella vita dell’Old Boy, siano essi vecchie conoscenze come l’ex ispettore Bloch, qui riproposto come sovrintende di Scotlan Yard e con un rapporto molto più stretto con l’ex poliziotto Dylan e personaggi introdotti da Recchioni nella Fase 2 con il nuovo ispettore capo Tyron Carpenter e la sua assistente Rania Rakim, che qui ha un rapporto di amore/odio con Dylan a causa di pessimi trascorsi a livello sentimentale.
Non mancano le new entry, come la nuova spalla di Dylan che qui sostituisce Groucho,
Gnaghi, un simpatico uomo tarchiato che si esprime con il verso “Gna” che Dylan capisce a volte traduce per il lettore o per gli increduli personaggi che gli sono accanto, al pari di Rocket in Guardiani della Galassia con Groot (per fare un esempio più recente).
Alcuni probabilmente già conoscono il personaggio perché apparso nel romanzo Dellamorte Dellamore di Tiziano Sclavi del 1983, affiancando il protagonista, ossia Francesco Dellamorte.
La nuova spalla di Dylan non è un caso, perché le nuove origini di quest’ultimo si mescolano a quelle che è il suo prototipo Dellamorte, colui da cui è nato o da cui Sclavi ai tempi si ispirò per crearlo, in un omaggio al maestro stesso da parte di Recchioni.
La storia dell’Old Boy ci viene raccontata fin da subito nel 401 e nel 402. Una storia semplice, immediata, ma al tempo stesso sensata per le motivazioni che spingono il personaggio ad imbarcarsi in un orrore dietro l’altro e ad andare avanti, senza farsi mancare il suo classico scetticismo e ironia, ma al tempo stesso divertito da amante del genere Horror quale è.
To be continued… Questo sconosciuto
Una cosa che balza subito all’occhio in questi numeri è la loro struttura, storia e sistema di anticipazione al prossimo numero. Recchioni nella Fase 2 aveva iniziato a creare una specie di continuità ai tempi assente nei numeri di Dylan Dog.
Certo, alcune storie duravano due numeri o lasciate in sospeso per essere riprese tempo dopo, ma in genere i racconti di Dylan erano perlopiù auto conclusivi, e nel numero successivo era come se l’avventura precedente non fosse mai accaduta o fosse passata inosservata.
Recchioni ha voluto cambiare le carte in tavola dando una continuità e personaggi che ricorrono in quasi ogni numero, con storie che poi venivano riprese o citate tempo dopo, oppure con un tema ricorrente come la già citata Saga della Meteora, dove appare per la prima volta il celebre “Continua” per più di due numeri creando una vera e propria saga.