Il numero di luglio della testata regolare di Dylan Dog è l’albo 430 e si intitola Abissi boreali. Soggetto, sceneggiatura e disegni sono a cura di Carlo Ambrosini, affacciatosi già a questo mondo dal 1987, quando disegnò alcuni episodi per la stessa testata. Lo stile di Ambrosini si presenta differente da quello più classico dello scorso albo, i disegni sembrano essere abbozzati, ma con un nero ben calcato. Uno stile perfetto per rappresentare una realtà a tratti onirica e surreale.
Dylan Dog: faccia a faccia con la cultura norrena
Abissi Boreali ci porta faccia a faccia con la cultura norrena: si introduce la figura di Ghorm, il dio supremo e onnipotente, creatore del mondo e anche del nulla, e di sua sorella Lagertha (di cui nessun mito ha mai parlato) che cade proprio in quel nulla che il fratello ha creato, diventando vittima dell’inizio e la fine del tempo. Cosa può relegare una dea nel nulla? L’amore per un mortale. È su questo incipit che si struttura l’intera storia di questo albo, articolata tra le figure del dio supremo, di una dea innamorata, di tre gemelle frutto di quell’amore proibito e di un indagatore dell’incubo perso tra le concezioni filosofiche di spazio, tempo e dimensioni di Ambrosini.
Floor Jansen ed i Nightwish
In Abissi boreali, Dylan Dog subisce una scissione, ha questo dono dell’ubiquità, una parte di sé si trova in Finlandia e un’altra a Londra, e conosce Floor (una delle gemelle), cantante di un gruppo rock/metal, identica a Floor Jansen, la cantante dei Nightwish (ed infatti, da conferma che la fonte di ispirazione per i disegni provenga proprio dalla famosa band finlandese, si possono notare tra gli altri membri della band personaggi con le fattezze di Tuomas Holopainen e Marco Hietala). Floor diventa l’anello di congiunzione principale tra il mondo umano e quello divino, poiché rappresenta il portale d’onore per Dog nel viaggio tra realtà e surrealtà.
È un albo caotico questo di Ambrosini, non di facile lettura e comprensione, ricco di filosofia sull’esistenza, che regala discorsi al pari di piccole perle inestimabili. Novantotto pagine che ci spingono a riflettere sull’essenza della vita e ci fanno comprendere che:
“Il mondo in cui viviamo, non ha più sostanza di quella di un raggio di luna che si riflette sull’acqua versata nel cavo di una mano…”.
I detti di Hogen
E che:
“Le favole sono ancor meno favole di quella che voi credete sia la realtà”.
Lagertha
Sara Di Luca
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