Un match per i nostalgici che hanno di Italia – Stati Uniti il ricordo dei fotogrammi di Zaccardo e Gilardino nelle notte magiche di Germania 2006. Chiusa la parentesi relativa alla UEFA Nations League, con il pareggio a reti bianche contro il Portogallo, è tempo per Roberto Mancini di plasmare la Nazionale che verrà. Nel test contro i calciatori a stelle e strisce, infatti, sono molti i volti che si stanno affacciando al nuovo corso azzurro.

Le rose delle opponenti in campo a Genk. Fonte: La Gazzetta dello sport.

IL TABELLINO DEL MATCH  – ITALIA(4-3-3) Sirigu; De Sciglio, Bonucci, Acerbi, Emerson; Barella (dal 31′ s.t. Gagliardini), Sensi, Verratti; Chiesa (dal 1′ s.t. Grifo), Lasagna (dal 42′ s.t. Politano), Berardi (dal 17′ s.t. Kean). (Donnarumma, Cragno, Rugani, Mancini, Biraghi, Tonali, Politano, Pavoletti). All. Mancini

STATI UNITI (3-5-2) Horvath; Carter-Vickers, Zimmermann, Long; Cannon (dal 31′ s.t. Villafana), Delgado (dal 17′ s.t. Trapp), Adams, Acosta (dal 38′ s.t. Gall), Moore; Pulisic (dal 38′ s.t. Lletget), Sargent (dal 17′ s.t. Wood). (Guzan, Miazga, Green, Weah). All. Sarachan

ARBITRO Cakir (Turchia); AMMONITI: De Sciglio, Moore, Cannon, Acosta, Sensi

Un test tanto importante per l’Italia quanto per l’UEFA che sperimenta per la prima volta il VAR: la settimana prossima, infatti, si prenderà una decisione sull’eventuale impiego della moviola in campo a partire dagli ottavi di Champions League.

Senza ribaltamenti di pronostici, gli azzurri conducono prepotentemente le prime battute del match, facendosi vedere al minuto 9 con Federico Chiesa che si ritrova smarcato in posizione invitante dopo aver ricevuto un traversone sul limite dell’area, ma il suo tentativo termina di poco fuori. Al 14′ ancora Chiesa crossa un pallone teso che Berardi colpisce di testa in terzo tempo accentrandosi: non si rivela uno specialista ma buona trama. Sulla stessa linea continua l’attacco dell’Italia: l’assistman è sempre Chiesa ma, al 22′, è Emerson Palmieri a colpire di testa sul secondo palo con la sfera che si spegne sul fondo. Il primo tempo è caratterizzato da manovre in ampiezza che non si concretizzano poiché, negli ultimi 16 metri, la squadra ospite è brava a chiudere le linee di passaggio. Così, con il tiro da fuori come una delle poche soluzioni, al 39′ Berardi (spostatosi sulla corsia destra) prova la specialità della casa: un tiro a giro che Horvath riesce a deviare sulla traversa.

Dopo i primi 46 minuti gli azzurri continuano ad avere problemi seri in fase realizzativa, anche con un ariete differente da Immobile come Kevin Lasagna.

Kevin Lasagna, numero 9 azzurro di serata

La seconda frazione inizia con l’esordio di Vincenzo Grifo, attaccante esterno dell’Hoffenheim che subentra con una maglia non proprio leggera (la numero 10) al posto di uno stanco Chiesa. E’ proprio Grifo ad imbastire la prima occasione dell’Italia nei secondi 45 minuti: al 52′ l’italo-tedesco raccoglie un pallone sulla linea di fondo e lo smista al centro morbidamente per l’inserimento di Verratti che, di testa, non impatta bene. Da annoverare,precedentemente, il primo silent check in occasione di un contatto in area con Berardi protagonista; ma l’esito è negativo. Al 59′ Lasagna è ancora vittima del sortilegio di cui sono vittime gli attaccanti dell’Italia: imbeccato in maniera millimetrica da Bonucci (che gli serve una deliziosa assistenza di esterno destro), si fa iptotizzare in area da Horvath facendosi respingere una clamorosa occasione. L’altra notizia di serata è l’ingresso in campo del primo millennial, Moise Kean, che rileva Berardi al minuto 64. Un minuto più tardi i ragazzi di Mancini rischiano di subire lo svantaggio con l’unico tiro in porta degli statunitensi: Sirigu è bravo a respingere un discreto colpo di testa da parte di Acosta.

Una buona notizia è certamente l’esponenziale crescita dei centrocampisti italiani che tanto bene stanno facendo anche nei rispettivi club.

Barella, ancora titolare sotto la guida di Mancini

I minuti finali si rivelano le fasi concitanti del match. Al 90′ miracolo di Salvatore Sirigu su Romain Gall che conclude dalla trequarti campo dopo essersi liberato dei difensori. Il suo tentativo ,però, viene respinto dal portiere. La legge del goal entra in vigore al 94′ quando Matteo Politano è bravo a raccogliere un pallone crossato al centro dell’area: l’esterno interista è bravo a tenere bassa la traiettoria della sfera e a sfatare il taboo delle realizzazioni. A fine partita, mister Mancini parlerà dell’essere sulla strada giusta considerando la ancora precoce eterogeneità del collettivo azzurro.

Nicola Gigante