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È morta Lucy Salani, l’unica trans sopravvissuta ai lager

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica transessuale italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. Ne dà notizia il fondatore dei Sentinelli e consigliere regionale lombardo Luca Paladini. 

Nata come Luciano Salani a Fossano, nel 1924, era cresciuta a Bologna come uomo omosessuale. Antifascista, dopo aver disertato sia l’esercito fascista italiano che quello nazista, è stata deportata a Dachau nel 1944, dove sopravvive per sei mesi. Quando il campo viene liberato ha 20 anni. Venne ritrovata tra i cadaveri. “In quel campo di concentramento – ha ricordato Salani – è iniziato il vero Inferno. Quello di Dante non era nulla a confronto”.

Con i suoi genitori Lucy parlò del disagio vissuto quando rivelò ai suoi genitori di non essere a proprio agio nel corpo con cui era nata: “Mi sentivo diversa rispetto agli altri maschietti, non mi vedevo mascolino come loro. Lo dissi a mia madre, che non tollerava la mia presenza, così come i miei fratelli. Per loro ero la pecora nera della famiglia”. Poi, la tragica esperienza del campo di concentramento di Dachau, nel quale fu imprigionata come disertore: “Fu uno spettacolo spaventoso, vidi scene terribili dentro i reticolati con l’alta tensione. La carne faceva scintille. Conobbi la disperazione, la fame, il disprezzo. Non capivo più niente, ero proprio al limite. Fortunatamente sono arrivati gli americani”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

Libri e film su Lucy Salani

La sua vita è stata raccontata in diverse opere, come il libro “Il mio nome è Lucy” e il documentario “Essere Lucy” di Gabriella Romano e più di recente nel film di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini “C’è un soffio di vita soltanto”. Nel 2014 Gianni Amelio l’ha intervistata nel documentario “Felice chi è diverso”. “Ho vissuto decine di vite diverse”, ha detto una volta Salani. “Sono stato bambino, figlio e figlia, soldato, disertore e prigioniero, madre, prostituta e amante. Ma qualsiasi persona sia stata, posso dire con convinzione di essere stata sempre me stessa”.

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