Giornalista per tv e carta stampata, Silvia Tortora, nata a Roma il 14 novembre 1962, è morta questa notte in una clinica romana a 59 anni.
Figlia del giornalista e conduttore televisivo Enzo Tortora, ha lavorato con Giovanni Minoli a Mixer e poi a La storia siamo noi, realizzando una serie di grandi interviste. Dopo aver collaborato con il settimanale Epoca, ha pubblicato anche diversi libri tra cui Cara Silvia (Marsilio 2002), una raccolta di lettere che il padre Enzo le scrisse dal carcere. Dal 2009 ha condotto Big con Annalisa Bruchi. Si era sposata con l’attore francese Philippe Leroy, con cui ha avuto due figli Philippe e Michelle.
Dal 2009 ha condotto ‘Big’ insieme alla collega Annalisa Bruchi, programma che ha trattato otto grandi personaggi – da Giulio Andreotti ad Andrea Camilleri – in otto puntate. Silvia Tortora ha anche vinto il nastro d’argento al Festival di Taormina come “migliore soggetto cinematografico” con il film di Maurizio Zaccaro, ‘Un uomo perbene’, sulla figura di suo padre, Enzo Tortora, riguardo la vicenda giudiziaria che lo aveva visto protagonista – poi assolto – negli anni ’80.
Figlia di Enzo Tortora, Silvia ha deciso sin da giovanissima che avrebbe seguito le orme del padre, diventando in breve tempo una delle firme più autorevoli in Italia. Quando il giornalista fu arrestato con le accuse di traffico di droga e associazione camorristica, lo difese sin da subito e fino al momento della sua assoluzione. Anni dopo il decesso del padre, si mostrò profondamente delusa dal sistema giudiziario italiano e dalle lungaggini del suoi processi. “Dal mio punto non è cambiato nulla: sono 30 anni di amarezza e di disgusto – disse in occasione del 30esimo anniversario della morte – Mi aspettavo una riforma del sistema giudiziario, invece non è accaduto. I processi continuano all’infinito. Anzi in trent’anni c’è stata una esplosione numerica”.