È da una settimana che di Alexei Navalny, il dissidente russo condannato a 19 anni di carcere per estremismo, non si hanno più notizie e c’è grande preoccupazione per le sue condizioni. A riferirlo è stata la sua portavoce Kira Yarmysh. Secondo la donna, l’oppositore russo sarebbe stato trasferito dalla colonia Ik-6 Melekhovo, dove stava scontando la sua pena, ma le autorità carcerarie non avrebbero fornito dettagli sulla sua nuova destinazione.
“Anche oggi Alexey non è comparso in video in tribunale, ma ora nessuno dica sciocchezze sull'”guasto elettrico”. Un dipendente dell’IK-6 ha riferito che Alexey “ha lasciato la sua colonia”, ma non sa dove è stato trasferito. Per 6 giorni hanno mentito solo per prendere tempo”, ha scritto Yarmysh su X, parlando delle spiegazioni fornite dalle autorità carcerarie che anche nei giorni scorsi avevano motivato l’assenza del detenuto parlando di guasti tecnici.
Navalny sarebbe dovuto comparire in tribunale pure nella giornata di ieri, lunedì 11 novembre, ma, ha scritto ancora la sua collaboratrice, “è già il sesto giorno consecutivo che non sappiamo dove sia Alexei e cosa gli stia succedendo”. La portavoce dell’oppositore ha aggiunto che nemmeno i suoi avvocati avrebbero più notizie del detenuto.
“Abbiamo saputo che Alexei ha avuto un serio problema di salute, la sua vita è in pericolo”, aveva denunciato sabato Maria Pevchikh, responsabile del reparto investigativo della Fondazione anticorruzione di Navalny. “La settimana scorsa si è sentito male in cella, ha avuto le vertigini e si è sdraiato sul pavimento. Il personale è intervenuto facendogli una flebo. Non sappiamo cosa fosse, ma visto che non gli viene dato da mangiare, è tenuto in una cella di isolamento senza ventilazione, sembra che sia svenuto per la fame“, aveva sottolineato. Nei giorni successivi al collasso tutto sembrava procedere normalmente, “gli avvocati lo hanno visto, si sentiva bene. Ma ormai è il terzo giorno che non sappiamo dove sia. E non ci sono state sue lettere per tutta la settimana”, aveva aggiunto. Due settimane fa l’attivista – sopravvissuto nel 2020 a un tentativo di avvelenamento con il Novichok, un agente nervino – aveva già accusato un malore durante un’udienza e si era accasciato a terra.
Alexei Navalny ha 47 anni ed è in carcere per accuse che molte persone ritengono false e motivate dalla volontà di fermare il suo attivismo contro l’attuale governo russo, presieduto da Vladimir Putin. Nel gennaio del 2021 era stato condannato per violazione della libertà vigilata dopo essere rientrato in Russia in seguito a un tentativo di avvelenamento, che aveva fatto il giro del mondo e probabilmente organizzato dallo stesso governo russo. L’anno successivo, nel 2022, era stato condannato ad altri 9 anni di carcere per frode e appropriazione indebita. A partire dal mese successivo è detenuto in una prigione di massima sicurezza circa 240 chilometri a est di Mosca, dove è sottoposto a un regime carcerario ancora più duro rispetto a quello che gli era stato imposto fino a quel momento.