Fortnite, con 150 milioni di iscritti, 78 milioni di utenti attivi e con 2 milioni di giocatori in game al giorno risulta essere un fenomeno videoludico planetario secondo solo a Minecraft. Tuttavia, dietro a tanto successo, non ci sono solo delle strategie vincenti ma anche e soprattutto giochi sporchi da parte di Epic Games.

Facciamo qualche passo indietro.

Nato inizialmente come mod per Arma ll, Player Unknown’s Battleground inizia il suo percorso di sviluppo stand-alone nel primo semestre del 2016. La software house BlueHole, creata appositamente per lo sviluppo di PUBG, decide che il motore di gioco da utilizzare sarà il famosissimo Unreal Engine 4 di proprietà di Epic Games ed è qui che inizia la nostra storia.

GLI INIZI

Quando sviluppi un videogame, utilizzando un motore di gioco creato da altri, è normale restare in contatto con il creatore per avere supporto su una mezza infinità di problematiche tecniche.
BlueHole dunque era a stretto contatto con Epic Games che dava loro il supporto necessario al risolvimento dei problemi.

Detto questo è chiaro che, per sapere come risolvere il problema, Epic Games doveva avere informazioni dettagliate sul lavoro in corso che venivano fornite in assoluta buona fede collaborativa da BlueHole.

Epic Games tanto dava ma anche tanto si teneva segnado in modo occulto ogni minimo dettaglio del gioco in sviluppo.

Il 23 Marzo 2017 Player Unknown’s Battleground esce su Steam in accesso anticipato e, dopo qualche mese di aggiornamenti e migliorie in collaborazione con l’utenza, PUBG diventa il gioco più giocato e più streammato del 2017 facendo esplodere la Battleroyale Mania.

Foto dal web

Ora cambiamo lato:

Epic Games annuncia Fortnite nel lontano 2011 ma con gli anni se ne persero le tracce fino al 2014 quando fu pubblicato un trailer che faceva luce sul gioco:

Un mondo post-apocalittico in cui una misteriosa tempesta aliena ne aveva distrutto il 98% della popolazione, gameplay con armi e costruzioni, modalità co-op fino a 4 giocatori, grafica cartoon e con un target di utenza visibilmente diretto verso i più piccoli.

Passano altri 3 anni e, fra rumors e mezzi annunci, nel Luglio del 2017, esce Fortnite Salva Il Mondo per Pc e Console rivelandosi però un disastro di vendite.

 

IL FATTACCIO

Epic Games deve correre ai ripari ad ogni costo e, visto l’enorme successo di PUBG, decide che era arrivato il momento di sfruttare tutte le informazioni di sviluppo di cui erano, debitamente e/o indebitamente, in possesso riguardo il lavoro di BlueHole.

In solo 2 mesi, il 26 Settembre 2017, esce Fortnite Battle Royale che propone una modalità battleroyale, stand-alone e soprattutto free to play che va a prendere a piene mani da PUBG modificandone però il gameplay rendendolo più più veloce, più user friendly ed inserendo la variante delle costruzioni che porta lo shooting ad un livello strategico mai visto prima.

Tuttavia, le somiglianze generali sono così evidenti che risulta impossibile credere che sia tutta farina del sacco Epic Games, considerando poi uno sviluppo di soli 2 mesi.

Somiglianze che BlueHole, qualche mese più tardi, deciderà di portare in tribunale facendo causa ad Epic Games per plagio ed utilizzo scorretto di informazioni di sviluppo.

Il produttore esecutivo di PUBG Chang Han Kim ha dichiarato:

“Abbiamo avuto una relazione continuativa con Epic Games durante lo sviluppo di PUBG in quanto sono i creatori di UE4, il motore che utilizziamo per il gioco e per il quale paghiamo una grande quantità di royalties a loro.
Avevamo questo rapporto commerciale e avevamo fiducia in Epic Games”.

 

SUCCESSO DI FORTNITE DISTRUGGE PUBG

Fortnite Battle Royale inizialmente fatica un po a farsi notare in quanto tutta la community amante della modalità battleroyale era focalizzata su PUBG ma piano piano la community inizia a dividersi.

C’è chi lo prova per curiosità, chi lo prova da assoluto sostenitore di PUBG per dimostrare quando sia uguale ma inferiore, chi lo prova perché gratis e c’è chi lo prova perché su console non c’è ancora PUBG.

Foto dal web

Fatto sta che la community di Fortnite inizia a crescere, inizia ad essere sempre più streammato e sempre più amato complice anche una strategia di mercato eccelsa da parte di Epic Games che porta il titolo su tutte le piattaforme (compreso il mobile) ed implementa il cross-play, ovvero la possibilità di giocare con e contro altri giocatori provenienti da diverse piattaforme.

Epic Games non si ferma ed implementa micro-transazioni per l’acquisto di abiti e accessori facendo leva sull’utenza più piccola, presente in massa sulle console, che ama distinguersi e dividono il gioco in stagioni dalla durata di 10 settimane inserendo una storia aperta che muta stagione dopo stagione inserendo con il contagocce situazioni e leak che aumentano l‘hype di chi gioca e si chiede “e adesso che succederà?”

Inoltre ogni evento va ad incidere sulla morfologia della mappa e sul gameplay rendendo sempre fresca e varia una modalità che, per sua natura, prevede solo di arrivare primi.

 

PUBG rimane al palo, totalmente spiazzato, non implementa, rilascia aggiornamenti molto distanti fra loro, il gioco funziona ancora male a distanza di un anno, ha problemi di ottimizzazione, niente cross-play anche perché su console diventa ingiocabile, brutto da vedere e su mobile è pure peggio.

Nessuna manovra di marketing e nessuna voglia apparente di aggiungere elementi di lore che avrebbero potuto tenere incollati i giocatori.

PUBG cade come un pugile che nemmeno ha visto arrivare il pugno e non sembra avere la forza di rialzarsi.

 

TIRIAMO LE SOMME

Nel corso del suo primo anno di vita, Fortnite è diventato un fenomeno di massa globale che conta un business generale di 300 milioni di dollari e non da segni di cedimento.

Player Unknown’s Battleground invece ha visto scendere in modo drastico la sua utenza per diversi fattori ma di sicuro Fortnite è il fattore più incisivo!

Al prossimo appuntamento!

 

RAMON CARMELI

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