“Tu chiamale se vuoi emozioni” e da quest’anno saranno proprio le emozioni protagoniste dell’insegnamento scolastico, per guidare gli alunni verso l’apprendimento delle cosiddette “life/soft skills”. L’educazione emotiva sarà integrata durante le ore di insegnamento dal prossimo settembre.

A cosa serve l’educazione emotiva?

Non solo nozioni e classiche materie scolastiche da quest’anno, poiché ogni alunno ha il diritto di crescere internamente e sviluppare quell’intelligenza emotiva nonché empatia per affrontare le sfide della vita oltre i banchi di scuola. L’educazione emotiva inoltre rappresenta una guida per controllare l’impulsività e approfondire il livello di analisi nonché di sensibilità verso se stessi e il prossimo.

Grazie all’introduzione dell’educazione emotiva si potrebbe parlare addirittura di rivoluzione del sistema scolastico, dell’approccio all’insegnamento e soprattutto dei rapporti tra i compagni di scuola, con auspicabile riduzione di bullismo, abbandono e dispersione scolastica.

L’analfabetismo emotivo influisce sul benessere personale e sociale. Dove trascurato, è infatti responsabile non solo di stress emotivo, ma di episodi di incomprensione e violenza psicologica tra ragazzi, depressione o consumo di droga, che possono essere prevenuti attraverso un percorso di comprensione e controllo emotivo.

Non vi sarà tuttavia “l’ora di educazione emotiva”. L’insegnamento sarà infatti applicato a tutte le materie scolastiche in modo graduale e naturale, proprio come dovrebbe essere appreso nella vita. Se introdotto in fasce d’età fino ai 10 anni di vita inoltre, questo tipo d’insegnamento porterà inoltre maggiori risultati e permetterà al bambino di sviluppare life skills in modo migliore durante la pubertà.

Vittoria Casa spiega i benefici dell’educazione emotiva

La proposta di legge è stata già firmata da Vittoria Casa, Presidente della VII Commissione alla Camera (Cultura, Scienza e Istruzione) che commenta: «La scuola italiana deve aprirsi alle sfide della modernità. Abbiamo un gap formativo in confronto agli altri Paesi europei. La globalizzazione impone sistemi culturali innovativi e flessibili e questa proposta di legge è una grande opportunità per una grande rivoluzione» e continua «Essere intelligenti emotivamente vuol dire sapere gestire le emozioni spiacevoli che naturalmente accadono nella vita di tutti noi».

La maggior parte dei giovani oggi non è in contatto con le proprie emozioni e di fronte all’ignoto e alla mancata consapevolezza e conoscenza di sé, non ha la capacità di crescere emotivamente.

Infine Casa conclude spiegando che l’educazione emotiva influenzerà in modo positivo anche il regolare apprendimento scolastico e «Tutto questo porterà a trasformare le conoscenze in competenze. Le life skills e, in particolare l’educazione emotiva, aiuteranno gli adulti del futuro a prendere decisioni consapevoli, ma anche a gestire lo stress e a essere all’altezza delle richieste del mondo del lavoro che chiede sempre maggiore flessibilità».

Lara Luciano

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