Sarà nuovamente Abdel Fattah Al Sisi, per i prossimi quattro anni, a tenere le redini della Repubblica Araba d’Egitto. Dopo la tre giorni di elezioni, dal 26 al 28 Marzo, lo spoglio dei voti ha incoronato Al Sisi per il secondo mandato consecutivo.

Dopo essere salito al potere nel 2014 con un colpo di stato che depose Mohamed Morsi, Abdel Fattah Al Sisi ha ottenuto ancora una volta il sostegno delle forze militari, quanto gli basta per governare.
A guardare i dati elettorali, infatti, il popolo ha parlato chiaramente. E’ vero che Al Sisi è stato eletto con il 97% dei voti a suo favore, ma è anche vero che l’affluenza ha superato di poco il 40%. Il governo di Al Sisi è reggerà nuovamente su una minoranza popolare e sul “sostegno”, pericoloso ed incerto, delle istituzioni militari.

A cadere vittima di questa tornata elettorale è Moussa Mustafa, un politico che ha sempre sostenuto Al Sisi e che si dice sia stato messo appositamente in competizione con lui solo per far sembrare più credibili le elezioni.

La maggioranza della popolazione ha invece deciso di non recarsi alle urne, accogliendo le istanze dell’opposizione che chiedeva, appunto, una presa di posizione chiara contro Al Sisi. Da parte dell’opposizione anche l’iniziativa di votare il calciatore egiziano Mohammed Salah, molto conosciuto nel paese e che, tuttavia, non essendo in lizza ha comportato l’annullamento di tali voti.

Il risultato, che pur se fragile da una parte ha suggellato a pieni voti Al Sisi, è stato criticato dall’opposizione, dalla quale giungono denunce di brogli e voto di scambio.
Su Foreign Affairs, nota rivista americana dedicata alle relazioni internazionali, è stato pubblicato un articolo in cui si sottolinea il modus operandi di Al Sisi, basato sulla repressione, sulla violenza e sul’appoggio militare.

In questi anni, infatti, il presidente egiziano ha portato avanti una politica segnata dalla violazione dei diritti umani mediante accuse, incarcerazioni, processi e condanne a morte basate su alcun sistema di garanzia ma esclusivamente sull’avversione al suo governo.

Pur essendo tale la situazione, l’Egitto continua ad avere l’appoggio di diversi leader internazionali, tra cui l’America e la Russia.
Anche l’Italia sembra trovarsi nella stessa posizione, seppure i rapporti sembravano essersi incrinati a seguito del misterioso omicidio del ricercatore Giulio Regeni.
In un messaggio, infatti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è complimentato con Al Sisi per il risultato raggiunto.

Desidero farle pervenire le mie felicitazioni per il suo nuovo mandato alla presidenza della Repubblica araba d’Egitto. Confido che nel corso dei prossimi anni l’Egitto potrà realizzare importanti riforme e progressi in campo politico, economico e sociale, secondo le aspettative dell’amico popolo egiziano. L’Italia, come sempre, non farà mancare il suo sostegno” – scrive Mattarella -. Tuttavia, continuando la situazione di stallo delle indagini su Regeni, Mattarella torna ad incalzare: “Abbiamo accolto con favore le dichiarazioni da lei fatte in più occasioni circa l’impegno suo personale e delle istituzioni egiziane a pervenire a risultati definitivi sulla barbara uccisione di Giulio Regeni. Sono certo che il raggiungimento della verità, attraverso una sempre più efficace cooperazione tra gli organi investigativi, contribuirà a rilanciare e rafforzare il rapporto storico di assoluto rilievo tra i nostri Paesi“.

Di Lorenzo Maria Lucarelli