Da pochi giorni ci ha lasciati la piccola Elena Del Pozzo. La bambina purtroppo, secondo quanto riportano le ultime indagini, sarebbe morta anche in modo lento e doloroso, cercando di opporsi alla furia omicida della madre. Ora arrivano le parole choc dell’assassina, Martina Patti.
Elena Del Pozzo, la testimonianza di Martina Patti
Sono passati pochi giorni da quando è venuta a mancare la piccola Elena. Eppure ancora oggi tutte le testate s’interessano relativamente ai retroscena del caso. In particolare l’opinione pubblica è sconvolta dalle dinamiche emerse.
Ad alimentare lo stupore della gente, arrivano anche le parole scioccanti della madre, che ai numerosi “Non ricordo”, ha aggiunto: “Mentre la colpivo mi sono girata, non volevo guardare”.
Il Gip ha poi avviato un’indagine che è coincisa con quella dei Carabinieri. Una situazione inverosimile che ha avuto origine alle 13 quando la madre ha preso la piccola da scuola. Così riporta Daniela Monaco Crea (Gip Catania):
La Patti ha inferto più colpi alla figlia, vittima di una morte violenta. Talmente cruenta da aver cercato d’opporsi. Un gesto premeditato che fa pensare ad un infanticidio preparato da tempo.
L’ispezione del luogo indicato dall’indagata ha permesso di ritrovare sotterrato in una buca, il corpo della piccola che indossava soltanto una maglietta. Sul posto sono stati anche rinvenuti un pantaloncino giallo e cinque sacchi per la spazzatura neri. Inoltre, a pochi metri, erano presenti anche due spuntoni in metallo, una zappa ed una pala con dei manici in legno.
Insomma una pagina di cronaca da non dimenticare, che probabilmente allude a quella che molti psicologi hanno definito La Sindrome di Medea. Una condizione che prende ispirazione dall’omonima tragedia greca, dove la madre per vendicarsi del marito uccide tutti i suoi figli.
Non si tratta ovviamente della stessa situazione. Certo è che un approfondimento in tal senso (per chi fosse interessato) può aiutare a comprendere cosa scatti nella testa di una persona per arrivare a compiere determinate mostruosità.
Edoardo Baldoni