Elevati costi di trasporto: come la spedizione sta alimentando l’inflazione

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Di Alessia Spensierato

Dati gli eventi degli ultimi 18 mesi, era pressoché inevitabile che si toccassero tassi di inflazione da record a livello globale, che si tratti del periodo iniziale di incertezza o delle prime fasi della ripresa. Questo andamento si è verificato in tutta Europa e nell’Eurozona, in particolare in Paesi come Italia e Germania. Le previsioni avevano parlato di un tasso di inflazione italiano in crescita dell’1,3% nel 2021, con un piccolo calo nel 2022, un incremento simile a quello registrato in Germania. In un periodo di ripresa, i prezzi al consumo e l’inflazione giocano un ruolo fondamentale nella ripartenza economica, ma ci sono stati alcuni elementi di fondo che hanno esercitato un impatto significativo nello stesso periodo.

Michael Seibold, CEO di Pallit.com ha commentato questo affermando quanto segue:

La logistica ha un ruolo chiave quando si tratta di inflazione e prezzi al consumo, e disporre delle soluzioni di logistica appropriate è fondamentale”

Ma cosa può accadere se la catena di approvvigionamento dovesse subire ulteriori contraccolpi?

Industria navale e inflazione dei consumatori

Come già osservato ampiamente agli inizi del 2021, il settore delle spedizioni riveste un ruolo cruciale in relazione all’inflazione dei prezzi al consumo. Con i prezzi in continuo aumento in concomitanza con l’aumento dei costi di spedizione per vari fattori, tale settore ha rappresentato un elemento che ha silenziosamente influito sui tassi di inflazione, facendoli salire. Con l’ostruzione del Canale di Suez verificatasi a marzo, si è stimato che il 12% di tutto il commercio mondiale sia rimasto bloccato per giorni a causa dell’incagliamento della Ever Given nel bel mezzo del canale, provocando perdite stimate per 54 miliardi di dollari durante il periodo di tale incidente. Si tratta di un danno per cui le compagnie di trasporto marittime non sono generalmente disposte a pagare il prezzo, che viene invece riversato sui consumatori.


Fonte dell’immagine: jpost.com)

Eventi isolati come questo non rappresentano il fattore principale che genera l’incremento dell’inflazione dei prezzi al consumo, la quale è aumentata anche in relazione ai maggiori costi legati all’utilizzo di container da trasporto. Le modifiche ai regolamenti possono limitare il peso o la dimensione delle navi di più recente costruzione, o addirittura l’offerta e la domanda, in quanto anche le importazioni e le esportazioni hanno subito variazioni nel corso degli ultimi 18 mesi. Mantenere questo equilibrio è decisamente difficile, in particolare durante un evento globale che ha avuto un impatto così diretto e che porterà disagi e incertezza in futuro. L’incremento dei consumi e il conseguente aumento degli acquisti in Europa rappresentano un’occasione per introdurre ulteriori tasse o imposte sulle spedizioni, al fine di massimizzare i profitti. Una domanda troppo elevata per un numero esiguo di navi, insieme alle difficoltà legate alle opzioni lavorative disponibili durante la pandemia, porta a un solo risultato.

Ma c’è una buona notizia. Le previsioni suggeriscono che l’inflazione nell’Eurozona diminuirà nel tempo. Un ritorno alla normalità potrebbe gettare le basi per un significativo calo dei tassi di inflazione dopo il 2022; un eventuale aumento sarebbe solo nominale e legato a una ripresa lenta o ad altri fattori. Il settore delle spedizioni non è stato l’unico colpevole, ma è possibile che si sia trattato di uno degli elementi di maggiore impatto, principalmente tramite le variazioni della domanda e delle aspettative che continueranno in futuro.