Nella giornata di domani il popolo austriaco sarà chiamato al voto. L’Austria, così come tutte gli stati europei, assisterà al totale ridimensionamento della componente socialdemocratica e a una lievitazione delle diverse “sfumature” dei partiti di destra. Agli austriaci, infatti, è stato chiesto di recarsi alle urne con un anno di anticipo rispetto alla naturale scadenza della legislatura, proprio in vista del fallimento della Große Koalition formata da socialisti e popolari.

Chi sono i partiti che concorrono nella tornata elettorale di domani per la formazione del Governo?

Le componenti politiche attorno alle quali si scriverà la storia politica dei prossimi anni in Austria sono sostanzialmente tre: ÖVP, SPÖ e FPÖ.

ÖVP: Österreichische Volkspartei, ovvero il partito popolare austriaco, nonché il vero responsabile della rottura della Große Koalition, quindi della caduta del governo. Questa scelta è la conseguenza di uno svecchiamento della classe dirigente del partito e della necessità di guardare a destra, più che a sinistra, per formare il nuovo esecutivo (seppure i sondaggi diano nettamente in testa il partito in questione, il risultato elettorale non permetterà la formazione di un governo monocolore). Le urne dovrebbero premiare, infatti, il ricambio generazionale effettuato ai vertici di partito. L’enfant prodige Sebastian Kurz, già ministro degli esteri nello scorso governo di coalizione, una volta divenuto il leader del partito popolare ha avviato un processo di apertura nei confronti della società civile. Per marcare con decisione il “cambio di rotta” si è proceduto con la personalizzazione del partito che si presenta alle elezioni sotto il seguente nome: “lista Sebastian Kurz – il nuovo partito popolare”.

SPÖ: Sozialdemokratische Partei Österreichs, ovvero il “partito socialdemocratico austriaco” che sarà, invece, il vero sconfitto di questa tornata elettorale. Già costretto alle dimissioni dalla “ventata di nuovo” portata da Kurz, il partito si appresta a sparire definitivamente dai radar politici. Christian Kern, attuale leader socialdemocratico, nonché Cancelliere dello stato Austriaco, deve fare i conti con una serie di scandali che hanno colpito il proprio partito. La corruzione di alcuni responsabili della comunicazione e del marketing, ma soprattutto la creazione di pagine facebook diffamatorie atte a screditare Sebastian Kurz, hanno allontanato la base dai vertici del partito. La possibile disfatta andrà a ingrossare le fila delle altre componenti socialdemocratiche europee che, ovunque, raccolgono sonore sconfitte.

FPÖ: Freiheitliche Partei Österreichs, ovvero “il partito delle libertà austriaco”, è uno dei tanti movimenti europei che richiamano l’ideologia nazionalista e populista di estrema destra, nonché convintamente antieuropeista. Alle elezioni presidenziali, tenutesi lo scorso anno, il candidato Norbert Hofer, per una manciata di voti (circa 31.000), ha visto sfuggirsi al ballottaggio il “seggio presidenziale” in favore del “verde” Alexander Van Der Bellen che divenne così il presidente federale austriaco. Per le elezioni atte ad eleggere il Parlamento (Nationalrat) che si terranno nella giornata di domani, il candicato del FPÖ, Heinz-Christian Stache, dovrà fare i conti con la rinascita del partito popolare di Sebastian Kurz.

La soglia di sbarramento utile per accedere alla ripartizione dei seggi in Parlamento è fissata al 4% dei voti totali. Stando ai dati dei sondaggi, quindi, è ipotizzabile anche l’entrata al Nationalrat del partito dei verdi austriaci (Die Grϋnen) attestati intorno al 5%, e della componente liberale austriaca (NEOS) che potrebbe confermare il risulto ottenuto nelle scorse elezioni: 4,9%.

Seppur non “matematicamente validi” i risultati prospettati dai sondaggisti ci permettono di azzardare un pronostico sull’imminente destino politico austriaco. Un possibile 33-35% di voti validi destinati al Partito popolare di Kurz, uniti a un 25-27% di consensi per il partito delle libertà capitanato da Heinz-Christian Stache, contornati da una possibile disfatta dei socialisti di Christian Kern, ci porta a pensare a un “governo Popolare delle libertà”. Il valzer delle poltrone si concretizzerebbe nel seguente modo: Sebastian Kurz diverrebbe il  cancelliere più giovane della storia (a soli 31 anni), e Heinz-Christian Stache diverrebbe il ministro per gli affari esteri di un governo di coalizione con lo sguardo rivolto convintamente a destra.

 

William De Carlo