105 anni fa nasceva Eli Wallach. È un attore entrato diritto nella storia del cinema grazie al ruolo di Tuco in “Il buono, il brutto, e il cattivo” di Sergio Leone. Ha lavorato con numerosi grandi registi come Francis Ford Coppola e ricevuo un Oscar alla carriera. Ha amato infine il nostro paese tanto da imparare l’italiano e partecipare a diversi film nostrani soprattutto nell’ambito degli spaghetti western.
Eli Wallach, dal teatro al grande cinema
Eli Wallach arriva tardi a Broadway dove ad esempio si distinse per la sua interpretazione nel famoso dramma “La rosa tatuata” di Tennessee Williams. La sua è una formazione solida basata sul metodo Stanivslaskij imparato all‘Actor studio. Un metodo che prevede lo studio della psicologia del personaggio cercandone dei collegamenti con l’interiorità dell’attore. Questo permise a Wallach di distinguersi soprattutto come attore caratterista segnato da una maschera incisiva e dal grande temperamento. Caratteristiche che si possono già notare in “Baby Doll”, il film con cui debuttò sul grande schermo nel 1956 sotto la direzione di Elia Kazan.
È soprattutto con il cinema western che Wallach ottiene un meritato successo. Nel 1960 interpretò infatti il feroce capo dei banditi messicani nel cult di John Sturges “I magnifici sette”. Questa interpretazione gli aprì le porte per il suo ruolo più famoso. Nel 1966 vesti i panni di Tuco, un bandito messicano burlone e senza scrupoli, nel cult di Sergio Leone “Il buono, il brutto e il cattivo”. Un ruolo che gli valse il successo internazionale e l’ingresso nella storia del cinema.
L’amore per l’Italia
L’esperienza con Sergio Leone fece nascere in Eli Wallach un grande amore per l’Italia. Il noto attore americano ammirava molto il nostro paese facendovi ritorno più volte ed imparando persino l’italiano. Partecipò infatti a diversi film nostrani soprattutto nell’ambito degli spaghetti western come ad esempio “I quattro dell’Ave Maria” dove lavorò al fianco del compianto Bud Spencer. Ciò nonostante Wallach non tagliò mai i ponti con il grande cinema americano.
Un altra sua grande interpretazione è infatti quella in “Il Padrino parte III” di Coppola dove ha il ruolo del vecchio mafioso don Altobello. Vogliamo infine ricordarlo anche con la sua ultima apparizione nel 2010 in “Wall Strett- Il denaro non dorme mai” dove il protagonista quasi a omaggiarlo ha la suoneria con le musiche di “Il buono, il brutto e il cattivo” sul cellulare.
Stefano Delle Cave