Elio Germano in Volevo Nascondermi | Berlino 70

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Di Redazione Metropolitan

Il terzo giorno della Competizione di Berlino 70 vede in concorso il primo film italiano, Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti, dove risalta l’impressionante trasformazione di Elio Germano nel pittore Antonio Ligabue.

Berlino 70 | Elio Germano in Volevo Nascondermi

Giorgio Diritti (Il vento fa il suo giro, L’uomo che verrà, Un giorno devi andare) è un cineasta che da troppo tempo non firmava un film, nonostante possieda uno dei marchi espressivi più riconoscibili del nostro cinema. In Volevo Nascondermi narra la vita misera di uno dei massimi artisti italiani del Novecento, Antonio Ligabue. Se ne riporta la difficilissima gioventù, passata nelle poverissime campagne delle rive del Po senza una fissa dimora. Inoltre, Toni Ligabue vive per anni negli incubi provocati da disturbi mentali mai curati e, solo attraverso l’arte riesce a trovare una sorte di terapia al suo male. Diritti riesce ad addentrarsi nei notturni e nelle oscurità di un animo superiore, che solo dipingendo riesce a definire la propria identità confusa. Lo straordinario mimetismo di Elio Germano sicuramente non lascerà indifferente la giuria presieduta da Jeremy Irons per l’assegnazione dell’Orso d’Argento.

Elio Germano di Volevo Nscondermi, dedicato al pittore Antonio Ligabue © 01 Distribution - Rai Cinema
Elio Germano di Volevo Nscondermi, dedicato al pittore Antonio Ligabue © 01 Distribution – Rai Cinema

In First Cow torna Kelly Reichardt, una delle registe più importanti del cinema indipendente americano (tra i suoi film più celebri Meek’s Cutoff, Night Moves, Certain Women). Con questo western racconta le vicende di due in viaggio per i pericolosi sentieri dell’Oregon dell’Ottocento. Si tratta di un cuoco e di un migrante cinese dotato di grande spirito imprenditoriale che, insieme, commerciano dolci in quei territori ostili. La Reichardt racconta una storia semplice e delicata ai margini della Storia, un western dove le pistole sono sostituite da latte e farina. Lo scopo è raccontare il West non come terra di conquista, ma come luogo di incontro e confronto tra diverse culture.

John Magaro in una scena di First Cow di Kelly Reichardt © A24
John Magaro in una scena di First Cow di Kelly Reichardt © A24

Berlino 70 | il melò di Philippe Garrel e l’horror argentino El Pròfugo

In Le sel des armes (Il sale delle lacrime), il veterano Philippe Garrel racconta in un elegante bianco e nero firmato da Renato Berta la storia di Luc, giovane arrivato a Parigi con il desiderio di diventare ebanista. Persosi nelle periferie, si imbatte prima nella bella Djemila, il primo di tanti incontri amorosi che comporranno un’intensa e dolorosa educazione sentimentale.

Ne El Pròfugo Natalia Meta racconta la vita di Inès (Érica Rivas), talentuosa doppiatrice e corista di Buenos Aires. La donna è vittima di un trauma che provoca un misterioso disturbo alle sue corde vocali. In una crescente paranoia comincia a coltivare il sinistro pensiero che la sua voce stia venendo posseduta da anime dannate. Questo originalissimo thriller psicologico si ispira a un romanzo argentino di culto, El mal meno, pubblicato da C.E. Feiling nel 1996, ed è dedicato alla percezione che nutriamo di noi stessi e della realtà esterna.

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