“Elle” di Paul Verhoeven, infamia e violenza

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Di Redazione Metropolitan

Niente c’è di più becero, terribile, mortificante della violenza sulle donne. Non c’è punto più basso che si possa raggiungere nel momento in cui si decida di violare la sacralità della donna. Terribili esseri, truci bestie immonde. “Elle” di Paul Verhoeven è il ritratto di questi infelici atti.

Una trama con la “u” nel mezzo.

Il regista olandese che conosciamo grazie a cult come “Robocop” e “Basic Instinct” gira nel 2016 questo affresco sadico di come lo stupro non danneggia solo fisicamente ma anche psicologicamente. L’inteprete è una magistrale Isabelle Huppert che rende tutto attraverso una recitazione devota completamente alle emozioni. Emozioni che diventano sempre più fredde, glaciali, gravifiche nel corso dell’opera. Universalmente acclamato dalla critica, universalmente necessario.

Frame da "Elle" foto dal web. Elle
Frame da “Elle” foto dal web

L’interpetazione di Michèle Leblanc è valsa ad Isabelle Huppert riconoscimenti e premi numerosi tra cui la vittoria del Golden Globe.

Michèle Leblanc (Isabelle Huppert) è una donna forte, autoritaria e dedita al lavoro, capo di una compagnia di produzione di videogiochi. La sua vita viene sconvolta da un’improvvisa aggressione, all’interno del proprio appartamento, da uno sconosciuto con indosso un passamontagna. Restia a sporgere denuncia a causa di passate diatribe con media e giornalismo, si dedica ad una personale ricerca del violentatore che la porterà ad una profonda introspezione.

Frame da "Elle" foto dal web. Elle
Frame da “Elle” foto dal web

“Elle” di Paul Verhoeven uno spaccato di crudeltà cinico e spietato ma vero e doveroso. Un’immensa Isabelle Huppert che merita la visione stasera alle 21.10 su RaiMovie. Restate a casa.

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