Elodie torna a Sanremo

Stasera ci sarà Elodie a Sanremo ad affiancare Amadeus sul palco dell’Ariston. Si esibirà da sola, dopo che una delle ballerine del suo corpo di ballo è risultata positiva al Covid. Elodie Di Patrizi, conosciuta semplicemente come Elodie è nata a Roma il 3 maggio 1990.

Quando la vedi salire sul palco e cantare non puoi non notare una grinta fuori dal comune. Elodie ha qualcosa negli occhi che la rende forte e cazzuta, nonostante la statura minuta e la corporatura esile.

Una ragazza la cui vita non è sempre stata facile

Nata e cresciuta al Quartaccio, borgata a sud della capitale, sta facendo molto per i ragazzi del suo quartiere offrendo loro corsi di educazione digitale e STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) per dargli la possibilità di uscire dalle ristrettezze in cui vivono. A lei quella possibilità l’ha data la musica. 

Irrequieta e ribelle, dopo aver vissuto un pò con la mamma e un pò con il papà, scappa a Lecce con un ragazzo che conosce a malapena. A 19 anni partecipa ai provini di “Xfactor” ma viene scartata subito “Ero acerba, “duale”: anarchica da una parte, dall’altra messa in difficoltà dalla tv… Vocalmente non ero pronta e, se emotività e vocalità non sono allineate, non esce niente di buono”. Fa mille lavori per mantenersi, poi nel 2015 arriva la svolta: la partecipazione al talent “Amici”. A lei che è cresciuta senza regole, il meccanismo del talent dà rigore e perseveranza ed è impossibile non notarla. Il resto della favola, lo conosciamo bene, singoli ben riusciti, una bellissima storia d’amore con quel fico di Marracash e la partecipazione a Sanremo 2020 con degli abiti Versace che mettono in risalto il suo fisico e il suo carisma e la proclamano icona di una femminilità non leziosa ma ambiziosa e tenace.

Perché ci piace Elodie

Elodie ci piace perché è una ragazza di questo tempo, non smentisce le sue origini ( la mamma è francese creola originaria della Guadalupa nelle Antille francesi) ma ne fa una forza, con orgoglio parla del suo quartiere (il video in cui racconta la sua infanzia è stato uno dei più visualizzati dell’anno scorso sul web) e dell’omosessualità di sua sorella.

Suo padre faceva il musicista di strada, sua madre la cubista. “Mi vergognavo del fatto che mio padre lavorasse per strada, mi sentivo giudicata – ha detto – Mio padre era libero, alla fine ci vuole anche coraggio. Questa cosa mi ha aiutato a fregarmene veramente poco di quello che pensa la gente. Quando ho scoperto che mia madre faceva la cubista – ha continuato – mi sono arrabbiata. Mi sembrava una cosa da poco di buono. Mi ero fatta inglobare dai pregiudizi”. Invece, alla fine, anche lei ha fatto lo stesso lavoro ed è lì che ha imparato a difendersi da sola: “Sono coatta. Ho spaccato telefonini e mani. Tu non ti devi permettere di pensare che perché sono lì sopra allora mi puoi toccare o io poi verrò a casa con te. La borgata mi è servita molto da questo punto di vista”

Una ragazza coraggiosa, come piace a noi. 

Se ti è piaciuto questo articolo, leggine altri qui

@Milavagante