Per la rubrica “Esseri Unici” questa settimana raccontiamo la storia del mastro vetraio “forse” più famoso della storia, Émile Gallé. Nato a Nancy, città della Francia, nel 1846, iniziò a lavorare fin da bambino nella vetreria del padre. Appassionato di botanica e mineralogia approfondì gli studi applicando tali conoscenze all’indole creativa e sperimentatrice. “Fatale” per Gallé fu un soggiorno a Londra. Nel 1862 visitando l’Esposizione Mondiale rimase totalmente affascinato dalla bellezza dei vetri giapponesi esposti. Questo evento lo spinse a sperimentare nuovi processi di fabbricazione, tanto complicati da raggiungere i limiti del virtuosismo.

Le opere di Gallé intrise dei “profumi d’oriente” raggiunsero ben presto livelli di perfezione ed accuratezza assoluta. Alcuni critici d’arte dell’epoca considerarono “Gallé un Giapponese a Nancy“. “La natura e l’Oriente” furono solo il punto di partenza dell’arte di Gallé. Il suo percorso artistico infatti comprese vari “periodi”. Dal 1870 al 1884, esordi con il “periodo trasparente”, in cui Gallé esplorò il campo del vetro smaltato. Studiò cercando di ottenere smalti sempre più duri e resistenti alla cottura oltre che brillanti e nelle più ampie tonalità di colore.

Creazione di Emile Gallé photo credit: .barnebys.it

Émile Gallé, le tecniche e le collezioni

Il vero punto di svolta di quel periodo però è rappresentato da vetri colorati che sorprendentemente racchiudevano delle sostanze minerali, che generavano tinte opalescenti di grande impatto visivo. Col tempo Gallé perfezionò la tecnica dell’incisione su “cabochon” di vetro. Una sorta di gemme dal taglio ovale e dalla superficie liscia poi applicata sull’oggetto da ornare. Tutte le fasi di questa delicata operazione di lavorazione erano da lui eseguite a mano, come pure l’incisione con la mola e con una punta di diamante. Questo in assoluta controtendenza alla soluzione industriale che già prendeva piede.


Nel periodo successivo esplose la passione naturalistica di Gallé, dove emersero evidenti le tracce dei suoi studi di botanica. L’intento di Gallé però non si limitava a riprodurre la bellezza naturalistica. Lo scopo dell’artista era quello di trasmettere nelle sue creazioni anche le emozioni che la natura suscita. L’aspetto poetico di Gallé emerse in maniera importante con i cosiddetti “vasi parlanti”. Questa collezione era costituita da vasi sui quali incideva versi e strofe di Baudelaire, Mallarmé. In quella dei “Vasi della tristezza” incise invece frasi di Virgilio, e nel caso del celebre Orfeo ed Euridice, utilizzò anche un nuovo vetro nero, lo ialite.

Opera di Emile Gallé  photo credit: pinterest.co.uk
Opera di Emile Gallé photo credit: pinterest.co.uk

L’Art-Nouveau

Tra il 1897 e il 1900,eseguì una limitatissima produzione di pezzi decorati a “marqueterie-sur-verre” e ad “applicazione“, due tecniche difficilissime e molto costose, perché il procedimento può rompere il vetro. La prima simile all’intarsio del legno, consiste nel fissare direttamente nella materia incandescente lamelle di vero colorato che vanno a comporre un disegno prestabilito. L’altra invece nell’assemblare parti di vetro colorato saldate a caldo al corpo dell’oggetto, e successivamente intagliate. L’ultima collezione di Gallé la intitolò “Vasi malati” materializzando un nefasto presagio. Émile Gallé morì nel 1904, a soli 56 anni a causa di un grave forma di leucemia. Da allora la produzione della sua vetreria continuò, grazie a sua moglie che, per distinguere i lavori posteriori, aggiungeva una stellina davanti alla firma apposta su ogni pezzo.

Le opere di Émile Gallé continuano ancora oggi a fare scuola. Al tempo però l’incalzante produzione industriale ne svilì le qualità creative e manuali tanto che Gallé non arrivò a godere del successo, benché le sue opere influenzarono in maniera davvero importante il periodo dell‘Art-Nouveau, che decadendo oscurò il successo del maestro. Nel tempo, la bellezza delle sue opere riprese la scena acquisendo il meritato valore. Alla fine degli anni 80 ad un’asta a Ginevra una coppa da champagne in vetro verde con decorazioni in argento fu aggiudicata per 5 milioni mentre un prezioso “Erbario marittimo” raggiunse i 450 milioni. L’arte straordinaria del maestro Émile Gallé era la capacità di tramutare ogni oggetto, se pur di uso comune, in una vera e propria opere d’arte e da collezione.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina ( Émile Gallé) photo credit: le citazioni.it

Facebook

Instagram

Twitter