Emily Bronte, la scrittrice che anticipò i tempi moderni

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Di Redazione Metropolitan

Emily Bronte nacque il 30 luglio del 1818 in Inghilterra, nello Yorkshire. Suo padre era un reverendo anglicano, un uomo eccentrico e chiuso. La madre Marie Branwell morì nel 1821, così sua sorella Elizabeth andò ad abitare con loro, temporaneamente, per poterli aiutare. La zia si ritrovò a crescere cinque figlie femmine ed un figlio maschio. Emily era la terzogenita.

Gli studi e la formazione

Nel 1824 assieme alle sorelle, entrò nella scuola per ecclesiastici con le sue sorelle, per rimanerci fino alla morte di Elizabeth e dell’altra sorella Maria. Emily iniziò a studiare a casa. Si appassionò, in questo modo, alla lettura e alla scrittura, oltre che alla pratica delle arti femminili. Coltivò queste le passioni con le sue sorelle, scrivendo con le stesse racconti dal titolo “I giovanotti”. La raccolta era era stata ispirata da una scatola di soldatini ricevuta in regalo dal padre. Molto forte, in particolare, era il legame con Charlotte. Assieme alla stessa, entrò nella scuola di Roe Head. In questo periodo, iniziò a scrivere le sue prime raccolte di poesie. Alla morte della loro zia Elizabeth, le sorelle ottennero una cospicua eredità. Emily Bronte intraprese il lavoro di insegnante.

Le sorelle Bronte, web
Le sorelle Bronte, web

Il suo unico romanzo “Cime tempestose”, considerato all’epoca immorale

Nel 1847, la pubblicazione di quello che rappresenta il suo manoscritto più famoso, nonché l’unico romanzo, di Emily, “Cime tempestose”, al quale poi seguì la trasposizione cinematografica, nel 1939. La storia narrata in “Cime tempestose” è particolarmente ricca di tensioni emotive e di significati simbolici.

Emily Bronte, web
Emily Bronte, web

Emily Bronte e la sua scomparsa prematura

La scrittrice morì di tisi il 28 settembre del 1847, dopo essersi raffreddata durante il funerale del fratello, morto anch’egli di tisi. Aveva solo trent’anni.

Il romanzo “Cime tempestose”, ritenuto all’epoca immorale, è considerato oggi uno dei più grandi capolavori della letteratura vittoriana.

“Solo gli inquieti sanno com’è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza”.