Il 12 ottobre 2019 si è tenuto lo spettacolo Engel di Marta Alstadsaeter e Kim Jomi Fischer per il Romaeuropa Festival. Un’opera basata sui contrasti elle decisioni umane, sia reali che metafisiche.
Chi sono Marta e Kim
La loro collaborazione è iniziata nel 2015. Gli artisti provengono da due realtà totalmente differenti e proprio dall’incastro tra i loro background è nato un rapporto fiorente.
Marta Alstadsaeter, nata in Norvegia nel 1990, è un’acrobata circense e in Olanda si specializza in acrobazie corpo a corpo. In seguito l’artista si laurea in arti circensi alla Codarts, accadema di danza di Rotterdam, nel 2016. Kim Jomi Fischer nasce nei Paesi Bassi in una famiglia di artisti di strada, ragion per cui è molto vicino all’acrobatica. Nel 2007 si avvicina alla danza contemporanea studiando anche lui alla Codarts.
“Engel”: l’importanza del linguaggio
Volendo diventare inizialmente una scrittrice, Marta Alstadsaeter studia il linguaggio e successivamente si dedica ad una ricerca linguistica legata al corpo. L’opera, infatti, non inizia con musica ma con parole, più precisamente con un monologo su ciò che è la consciousness, lessema in cui si intrecciano i significati italiani di consapevolezza, coscienza e conoscenza.
Il monologo è basato su estratti del testo Guardian science weekly big unknown: what is consciousness di Anil Seth e le voci che lo interpretano sono degli stessi Marta e Kim:
“What is consciousness? When a thought comes to mind, where does it come from? We have many ways of sensing the world around us. Still we find it hard to deal with the things we cannot capture in words. Perhaps fearing the chaos of the incomprehensible.”
Engel è un’opera che intende dare una rappresentazione fisica dei continui conflitti interiori propri dell’essere umano. Essa si propone di arginare il caos che proviene dal senso dell’incomprensibile delle cose del mondo e gli artisti interpretano la paura della confusione, del contrasto, della lotta interiore in maniera sublime. Durante lo spettacolo non si riesce a staccargli gli occhi di dosso, essi coinvolgono il pubblico interamente come se stessero dialogando con lui, come se fosse un’esperienza interattiva.
I due performers si muovono attraverso un gioco di pesi e di acrobazie attraverso contrasti del corpo e trasmettono alla lettera tutti gli interrogativi umani irrisolti, le decisioni non prese, le scelte non intraprese.
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