Dopo 210 giorni di attività, Donald Trump ha ufficialmente silurato Steve Bannon, consigliere strategico, ex capo della sua campagna elettorale e vero artefice della sua vittoria.
Il licenziamento di Bannon, nonostante fosse nell’aria da qualche giorno, è stato annunciato soltanto ieri con una nota ufficiale della Casa Bianca. «Il capo dello staff della Casa Bianca John Kelly e Steve Bannon hanno convenuto di comune accordo che oggi sarebbe stato l’ultimo giorno per Steve. Siamo grati per il suo servizio e gli auguriamo il meglio». I media americani, commentando la nota diffusa dalla portavoce Sarah Huckabee Sanders, hanno iniziato a ricostruire alcuni retroscena sull’allontanamento del consigliere strategico. Per la Cnn, il siluramento sarebbe dovuto ad un’intervista rilasciata poco tempo fa alla rivista The American Prospect.
In particolare, a far infuriare Trump sarebbe stato un passaggio in cui Bannon criticava l’uso da parte del presidente della minaccia di usare la forza contro Pyongyang. «There’s no military solution [to North Korea’s nuclear threats], forget it. Until somebody solves the part of the equation that shows me that ten million people in Seoul don’t die in the first 30 minutes from conventional weapons, I don’t know what you’re talking about, there’s no military solution here, they got us».
Bannon ha annunciato che tornerà alla direzione del sito Breitbart, portale d’informazione di riferimento per la Alt-Right statunitense. Nell’andarsene, lo stesso Bannon ha dichiarato: «La presidenza Trump per cui abbiamo lottato, e vinto, e’ finita. […] Abbiamo ancora un enorme movimento e faremo qualcosa di questa presidenza Trump. Ma quella presidenza è finita. Sarà qualcos’altro».
In questi mesi non sono mancati gli attriti tra Bannon e gli altri membri dello staff della Casa Bianca. Dalla figlia di Donald Trump Ivanka, al genero Jared Kushner, passando per l’ex capo dello staff Reince Priebus, numerosi sono stati gli scontri in seno al seguito di Trump. Il culmine si è poi raggiunto nei giorni degli scontri di Charlottesville. Il consigliere è accusato della reazione piuttosto tiepida del presidente contro i disordini e per la sua mancata condanna delle violenze perpetrate dalla Alt-Right in quell’occasione.
Bannon rimane comunque colui che ha portato Trump alla Casa Bianca, riuscendo a far penetrare il suo messaggio di nazionalismo e protezionismo con venature di white power fin nel cuore dell’america WASP, impoverita dalla crisi economica, xenofoba e sostenitrice delle posizioni più oltranziste della destra estrema. Attraverso il suo sito di news Breitbart, che molto seguito nella base repubblicana e tra gli elettori di The Donald, è stato in grado di incanalare numerosi voti verso Trump.
Ora rimane da capire come Bannon userà questo seguito, se continuerà a sostenere Trump o se, al contrario, deciderà di incalzarlo senza sosta colpo su colpo. «Adesso sono libero», ha detto. Trump avvisato…
Lorenzo Spizzirri