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Ermal Meta presenta il nuovo singolo “Uno” a Domenica In

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Ermal Meta presenta il nuovo singolo “Uno” a Domenica In; dopo lo speciale andato in onda ieri sera oggi sarà anche ospite da Mara Venier insieme alla sua inseparabile truppa! Il videoclip è molto particolare e suggestivo; trasmette un bellissimo senso di appartenenza, soprattutto ci fa immergere in quella normalità di abbracci, persone che si riuniscono insieme, di contatto umano, che da tanto tempo ormai è da noi lontana. Il desiderio di un abbraccio diventa forte quando vediamo Ermal stringere tutti con tanto

Ermal meta, Uno

“Uno… Belli, brutti, grassi, magri, ricchi, miseri, sani o ammalati, sazi o affamati: ‘visti da lassù siamo tutti uguali’. “- ha detto Ermal parlando del brano. “C’è chi vorrebbe ribellarsi alla cattiveria, che solo l’animo umano possiede, ma questo cielo lo condividiamo in qualsiasi angolo remoto della Terra.

È una delle poche certezze della vita! UNO per tutti: da soli non possiamo farcela, tantomeno nell’universo musicale. Un busker senza passanti, un direttore senza l’orchestra, un concerto senza pubblico; tutto senza emozione. È il punto di non ritorno. UNO è un inno alla gioia della condivisione, corale come può essere un insieme di voci che ‘dai vicoli di Atene al centro di Dublino, hai visto come sembra un po’ tutto più vicino?’ ”

Testo di Uno

Dai vicoli di Atene al centro di Dublino
hai visto come sembra un po’ tutto un po’ più vicino
e noi voliamo sopra le autostrade le prigioni
come le voci,le nostre voci
si accendono milioni di luci
visti da su siamo tutti uguali
ti dico si
anche se fossimo in pericolo in bilico niente panico
e un bambino calcia un pallone oltre il muro
ci separanoma il cielo è uno
il cielo è uno
uno
il cielo è uno
uno

Dagli occhi di una madre a quelli incerti di un soldato
dal primo bacio al buio al grido di uno stadio
si accendono milioni di luci
e dentro i bar le televisioni
le senti o no le nostre mani che sollevano l’aria all’unisono
un bambino calcia un pallone oltre il muro
non ci separano più
il cielo è uno
il cielo è uno
uno
il cielo è uno
uno

Siamo tutti qui ma che spettacoloquasi identici non è un miracolo
tutti liberi tutti o nessuno
il cielo è uno

Siamo tutti qui ma che spettacolo
il cielo è uno
tutti liberi tutti o nessuno
il cielo è uno
uno, uno
il cielo è uno
il cielo è uno
uno, uno, uno
il cielo è uno

Il cielo è Uno

Uno Ermal Meta - https://www.oggiroma.i
“Le senti o no le nostre mani che sollevano l’aria all’unisono?”

Le voci che si sollevano in Uno sono quelle del Coro del Dipartimento POP/ROCK del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che impreziosiscono il nuovo brano di Ermal Meta. Uno è un brano fondamentale in un periodo in cui tutti siamo lontani. Basta guardare il cielo però per ricordarci che non siamo mai veramente distanti. Dovunque noi siamo guardiamo tutti lo stesso cielo, e cantiamo all’unisono, lasciando che Ermal meta diriga questa grande orchestra “dai vicoli di Atene al centro di Dublino”.

E possiamo sentirci meno soli, condividendo il bello che abbiamo intorno, compreso l’amore per Ermal e la sua musica che ascoltiamo tutti insieme annullando ogni distanza. Anche quando tutti solleviamo l’aria con le mani all’unisono dalla platea di un suo concerto ad esempio, ecco che dal palco, ovvero “visti da lassù” , per Ermal “siamo tutti uguali”, ci stima indistintamente, cantiamo con lui sotto lo stesso cielo, venendo da ogni parte del mondo, e siamo tutti uniti. 

Ermal Meta, un cantautore dal cuore a sonagli

Ermal Meta - fonte: https://www.facebook.com/groups/938838059583685

Ermal Meta nasce a Fier, in Albania il 20 aprile 1981; figlio d’arte, la madre è una violinista professionista, è accompagnato dalla passione per la musica sin dalla tenera età. Quando la maggior parte del tempo la passava al piano piuttosto che a fare altro. Sin da quando era un ragazzino Ermal è sempe stato uno spirito libero, un’anima ribelle. Cosa che lo ha portato poi ad interrompere successivamente gli studi delle discipline musicali in Albania e a continuare da autodidatta.

Interruppe gli studi perchè si considera da sempre indisciplinato, e quindi non riusciva a conformarsi alla rigidità dei metodi di insegnamento attuati in quel periodo. Con sua madre, sua sorella e suo fratello minore giungono sulle coste baresi nel 1994, accompagnati da un traghetto; il quale ha trasportato le loro anime verso la salvezza. Verso la rinascita dagli abusi di un padre assente da lui definito violento. 

Ermal Meta e la sua famiglia

Ermal Meta come ben sappiamo giunse in Italia con sua madre, sua sorella e suo fratello minore nel 1994, accompagnati da un traghetto; il quale ha trasportato le loro anime verso la salvezza. Verso la rinascita dagli abusi di un padre assente da lui definito violento. E dalle ceneri di un paese che era purtroppo vessato dai soprusi di una delle dittature più feroci della storia. Fatmira Borova è il nome della mamma di Ermal Meta. Durante una lunga intervista Ermal ha parlato di quanto la madre sia stata importante per la sua vita.

Ha raccontato anche di quanto lo abbia sempre sostenuto da ragazzino, quando era ancora in Albania e sognava un futuro nel mondo della musica. “Volevo fare musica e lo sapevo. Ho iniziato a suonare il piano a 6 anni e ho smesso a 7” – ha dichiarato il cantante che ha poi precisato “in Albania erano severi, ti bacchettavano quando sbagliavi. Visto che ero molto ribelle, decisi di non andarci più. Ho ripreso a suonare a 17/18 anni. Andai a vedere un concerto e decisi che volevo rimettermi a suonare. Dopo è arrivata la chitarra”.

Fatmira Borova

Fatmira è un’artista proprio come il figlio: apprezzatissima violinista, la donna ha sempre incoraggiato il figlio a seguire la sua passione per il mondo della musica. Nonostante le difficoltà economiche ha sempre cercato di invogliarlo a perseguire i suoi obiettivi come quando gli ha regalato una tanto desiderata tastiera.

Ermal racconta “ha fatto tante cose bellissime per me. Volevo una tastiera ardentemente ma non potevo permettermela. Un giorno tornai a casa e mia sorella mi accolse con un ghigno. Andai in camera mia e trovai la tastiera. Mi sono sentito malissimo perché mia madre non poteva permetterselo e aveva acceso un finanziamento. Mi viene da piangere ancora adesso. Dopo un po’ di tempo l’ho rivenduta e quello che ho ricavato l’ho restituito a mia madre”.

Non solo, la madre è sempre stata il centro della sua vita e famiglia: “mamma è ciò che ha creato il nostro legame sin da piccoli, è stata severa ma è stata una madre stupenda”. Anche la mamma Fatmira è legatissima al figlio che ha descritto così “il mio braccio destro, la mia spalla, il mio pilastro, la mia forza, quella dei fratelli anche. E’ stato sempre così, sempre”. Per riassumere insomma il rapporto con la madre basta pensare che in uno spettacolo in Albania, ad Ermal è stato chiesto del ruolo della madre nella sua vita. E la sua risposta fu: se dovessi rinascere direi a Dio di rinascere da quella madre!

Ilaria Cipolletta

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