Triplice fischio finale a Monaco di Baviera. Emozioni, orgoglio e dispiacere per lo sfortunato Leonardo Spinazzola si mescolano nel catino tedesco dell’Allianz Arena al termine di una gara condotta magistralmente. La Nazionale guidata da Roberto Mancini scende e risale dall’inferno con lo scalpo dei Diavoli Rossi di Roberto Martinez, Kevin De Bruyne e Romelu Lukaku. Belgio ko. Vittoria colossale che proietta gli Azzurri al penultimo atto di questa manifestazione: Euro 2020 celebra l’Italia, una squadra operaia alle porte del paradiso.

Euro 2020, Italia magistrale contro il Belgio

Ferocia. Fame. Voglia di scrivere pagine importanti. Capacità di essere protagonisti. Il nuovo corso guidato dal Commissario Tecnico Roberto Mancini ha raccolto tutte le macerie della vecchia gestione plasmando pazientemente, con cemento e cazzuola, una squadra in grado di gettare con costanza il cuore oltre l’ostacolo. Gli Azzurri hanno dimostrato, in questo regno manciniano, di non sottovalutare nessun impegno mettendo in campo un desiderio di vittoria che difficilmente si palesa in modo così prepotente. Dalle amichevoli alla Nations League (siamo in semifinale anche in quella manifestazione ed affronteremo proprio la Spagna), passando per le qualificazioni ed alla fase finale di questo Europeo, l’Italia ha risposto alle domande poste dal destino da prima della classe.

L’ultima risposta, poi, è spiazzante: la Nazionale batte meritatamente il Belgio dei campioni ed approda in semifinale contro una Spagna che, per caratteristiche, appare similare agli Azzurri. Nicolò Barella e Lorenzo Insigne sottraggono i forconi ai Diavioli Rossi colpendoli dove fa più male: il promo gol è un capolavoro di forza e tecnica griffato dal centrocampista, un moto perpetuo in mezzo al campo, in forza all’Inter, mentre il secondo è una pennellata d’autore dello scugnizzo napoletano che piazza il mirino sull’incrocio dei pali di Courtois disegnando un arcobaleno perfetto che trova residenza in fondo al sacco. Nemmeno il rigore (generosissimo) assegnato da un direttore di gara non sempre perfetto spaventa i ragazzi di Mancini che soffrono, temono ma non capitolano per la seconda volta. Grazie anche alle manone di Gianluigi Donnarumma. È semifinale.

La classe operaia (quasi) in paradiso

È la semifinale di una squadra operaia che ha piegato, con sacrificio e lavoro, l’ennesimo ostacolo che sembrava insormontabile. Nella serata di ieri, l’Italia ha descritto alla perfezione la differenza tra grande squadra (Belgio) e grande gruppo (quello del Belpaese). Gli Azzurri di Roberto Mancini non possiedono in quantità industriale fuoriclasse di primissimo spicco: i pochi presenti, però, sono costantemente aiutati da un gruppo di calciatori operai che è arrivato a ridosso delle porte del paradiso con dedizione, coltivando un sogno che sembrava impossibile ad inizio competizione.

Tutto questo battendo i padroni di casa dell’inferno che, tra l’altro, guardano tutte le altre nazionali dall’alto verso il basso nel Ranking FIFA. Martedì, nella cornice monumentale di Wembley, arriva la Spagna di Luis Enrique: un’altra sorpresa (meno scintillante) di un Europeo che, fin qui, si è sbarazzato della nobiltà (manca solo l’Inghilterra) elevando la classe operaia al ceto borghese europeo.

ANDREA MARI

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Credit foto (Pagina Facebook Nazionale Italiana di Calcio)