Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Domani inizierà il cammino della nazionale italiana agli Europei di calcio. Abbiamo perciò deciso di dedicare questo racconto a questa importante kermesse calcistica. Lo abbiamo fatto ispirandoci ad una storia vera accaduta in passato durante questa manifestazione sportiva.
Aveva promesso già da qualche settimana che avrebbe vinto gli Europei. Un fatto che sarebbe stato importante per la sua nazionale che qualche anno prima non era riuscita a disputare il mondiale. Ernesto Vilfronti se lo ricordava bene quel fallimento tuttavia aveva deciso per quella difficile promessa. D’altronde non avrebbe mai negato nulla a suo figlio Francesco soprattutto ora che era costretto a vederlo in un letto di ospedale. Anzi Ernesto gli aveva persino mentito dicendo che avrebbe giocato come attaccante pur essendo, con molte difficoltà, riuscito in extremis a farsi convocare come nel suo ruolo da mediano.
Europei, il sogno di un bambino
“Sarà un gran goal alla Pelè”, aveva detto a Francesco l’ultima volta che si erano visti tra un allenamento e l’altro raccontando il goal che avrebbe segnato nella finale degli Europei. Ernesto ancora una volta disse qualcosa di esagerato soprattutto per una vita da mediano come la sua. La sua affermazione servì però a far sorridere Francesco che lo incitò dicendo: “Vai allora Fernandez è tua!”. Ernesto rise mentre in mente gli ritornavano le immagini di “Fuga per la vittoria” con Pelè. Per un attimo si era dimenticato il cancro e la partita più importante che doveva giocare il figlio dove in palio c’era la vita.
Uno scontro al quale voleva assistere da solo senza che migliaia di sconosciuti s’intromettessero anche stavolta nella sua privacy. Ecco perchè non aveva detto niente a nessuno se non alla squadra e al suo allenatore che, nonostante le difficoltà di un Europeo itinerante, gli aveva permesso di non saltare mai la visita settimanale a suo figlio. Un incontro che si concludeva sempre con un pianto a dirotto di Ernesto mentre pregava di nascosto di poter vedere Francesco fuori dall’ospedale. A chi gli domandava se avesse bisogno di aiuto rispondeva sempre di no ma cercava costantemente dentro di se la forza per mantenere la promessa fatta al figlio.
L’incredibile verità
Ernesto continuò il suo viaggio con discrezione mentre la sua squadra avanzava incredibilmente verso la finale degli Europei. Proprio qualche giorno prima della partita finale i suoi compagni di squadra gli fecero vedere un articolo dove si parlava dei suoi viaggi in ospedale. Lo sconcerto insieme alla paura invasero il cuore di Ernesto mentre era già molto provato a causa della brutta notizia del peggioramento del figlio ricevuta qualche ora prima. La sua squadra si chiese se Ernesto non dovesse a rinunciare a giocare. Quest’ultimo non decise ma andò due giorni prima della partita a trovare il figlio.
Quel giorno litigò con la moglie ed altri parenti a loro volta infastiditi dalla stampa. Tutti si chiedevano se fosse meglio per Ernesto non giocare la finale ma, quando l’inevitabile decisione sembrò già presa, qualcosa cambiò incredibilmente la situazione. “Papà”, urlò Francesco mentre Ernesto discuteva fuori della sua stanza di ospedale. “Non ti preoccupare per me”, continuò quando il padre si fu avvicinato al suo letto, “continua a giocare anche io giocherò la mia partita e cercherò di vincere con tutte le mie forze come farai tu”. Ernesto pianse pensando al coraggio del figlio. “E ricordati”, riprese Francesco, “il goal alla Pelè”.
Epilogo
“Ricordati il goal alla Pelè”, ripensò Ernesto il giorno dopo mentre la finale scorreva velocemente verso la fine e il punteggio era fermo sul 2-2. “Forza papà”, disse Francesco nello stesso istante mentre lo addormentavano per sottoporlo ad un’operazione resasi improvvisamente necessaria. In quel momento Ernesto era al limite dell’area di rigore quando la palla rimbalzò dopo un contrasto verso di lui. La colpì in rovesciata peleiana e segnò. “Francesco..Francesco”, escalmò Ernesto dopo aver segnato rendendosi conto di aver mantenuto la promessa. “Francesco”, disse qualche ora più tardi stringendo la mano del figlio che si risvegliava dopo l’intervento. Nei loro occhi il sapore della vittoria più vera, quella della vita.
Stefano Delle Cave