Nella serata di ieri, martedì 25 agosto, la scuderia Renault ha pubblicato un comunicato nel quale annunciava di non voler proseguire la battaglia contro la scuderia di Lawrence Stroll. Renault ritira dunque l’appello contro la Racing Point, nonostante sia stata la prima a scendere in pista; le motivazioni andrebbero cercate nelle normative decretate insieme alla FIA per tutelare i cosiddetti “Costruttori”.
Renault ritira appello Racing Point – Il caso
Era da poco concluso il secondo appuntamento di F1 quando la scuderia francese ha fatto la prima mossa; dopo il GP di Stiria infatti la Renault aveva denunciato alla Federazione alcune presunte irregolarità sulla Racing Point. Nell’occhio del ciclone sono finite soprattutto le prese d’aria dei freni, ma anche una visibile somiglianza con la W10, cioè la Mercedes usata durante il Mondiale di F1 2019. Tre le denunce fatte dalla Renault dopo i GP di Stiria, Ungheria e Gran Bretagna; una la sentenza, giunta tra i due weekend sul circuito di Silverstone: 15 punti in meno alla Racing Point e un’onerosa multa.
Dopo quel verdetto anche altre scuderie si sono mobilitate chiedendo dei chiarimenti non arrivati con la sentenza della FIA; prima fra tutte la Ferrari, fattasi poi portavoce della battaglia, seguita ovviamente da Renault, ma anche da Williams e McLaren fra le altre. Successivamente la scuderia di Maranello decide di presentare il caso alla Corte d’Appello Internazionale della FIA; Williams e McLaren scelgono di non proseguire e ieri infine anche Renault decide di ritirare l’appello, lasciando Ferrari sola a lottare per questa causa.
Renault ritira appello Racing Point – Il comunicato
“Il team Renault conferma che ha richiesto di ritirare gli appelli presentati contro le decisioni del commissari in relazione alle prese d’aria dei freni del team Racing Point. Al di là delle decisioni, la questione era vitale per l’integrità della Formula 1, sia per la stagione in corso che per il futuro. Tuttavia, il lavoro intenso e costruttivo tra FIA, Renault e tutti gli azionisti della Formula 1 ha condotto a progressi concreti nella salvaguardia dell’originalità dello sport mediante modifiche al Regolamento Sportivo e Tecnico previsto per la stagione 2021, confermando i requisiti per qualificarsi come Costruttore. Raggiungere questo obiettivo strategico, nel contesto del nuovo Patto della Concordia, era la nostra priorità. La polemica di inizio stagione va lasciata alle spalle, poiché abbiamo bisogno di concentrarci sul resto di un Campionato unico ed intenso”.
Queste le parole pubblicate e con le quali Renault ha annunciato e spiegato la decisione presa riguardo al “caso Racing Point”. Una scelta clamorosa ed inaspettata quella della scuderia francese, considerando che tutto è iniziato proprio dalle denunce presentate dalla Renault alla FIA. Ora resta solo da capire quali saranno le mosse della Ferrari, ormai sola in prima linea a combattere questa battaglia. La sensazione è quella di una quasi armonia ritrovata con la firma da parte di tutti del nuovo Patto della Concordia; una sentenza è arrivata ed è risultata molto strana, quasi un contentino che ha ovviamente e giustamente portato a ulteriori ricorso in Corte d’Appello.
L’attesa quindi cresce cercando di capire se Ferrari proseguirà o abbandonerà anche lei, con la speranza che la FIA e i team lavorino davvero insieme; obiettivo di tutti dovrebbe essere preservare uno sport come la Formula 1, evitando quindi in futuro ulteriori casi come quello riguardante la RP20. Un’irregolarità esiste, altrimenti non sarebbe arrivata la penalità, ma oltre a punti in meno e multe, un fatto di questo tipo non mette in buona luce il mondo del motorsport; e questo la Formula 1 non può permetterselo.
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