Dopo la riduzione dei test e l’introduzione del budget cap la F1 sta valutando l’ipotesi di inserire nel regolamento anche il salary cap. L’accordo è lontano ma l’obiettivo è chiaro: abbattere i costi.

La F1 introduce il salary cap?

Quella del salary cap è ad oggi solo un’idea. Se accettata, imporrebbe un tetto massimo di 30 milioni di dollari al budget destinato agli ingaggi dei piloti. In caso contrario, si andrebbero a sottrarre risorse dal budget cap, risorse inizialmente destinate allo sviluppo della macchina e al resto del team. L’intesa è però ancora lontana. L’introduzione del salary cap nella F1 implicherebbe infatti l’adeguamento dei contratti in scadenza dopo il 2021 con i nuovi parametri, il che aumenta i tempi necessari per raggiungere l’accordo. Tra i piloti coinvolti Lewis Hamilton, Valtteri Bottas e Sergio Perez.

“Vantaggio per team più piccoli”

Il giornalista tedesco Michael Schmidt ha commentato così il tema salary cap: “I team stanno discutendo il tetto salariale per i piloti. Al tempo stesso le squadre hanno anche sottolineato come alcuni piloti hanno ancora tre anni di contratto e non possono modificarli. Dunque, le squadre dicono che il tetto salariale ai piloti non può essere messo a punto così presto”. Una novità che potrebbe avere un impatto notevole sulla F1, aggiunge Schmidt: “Trenta milioni di dollari di spesa massima per entrambi i piloti vorrebbe dire, per esempio, che Mercedes deve prenderne altri 15-20 dal budget cap, e che dunque lo sviluppo della macchina subisca un impatto negativo. Red Bull sarebbe più o meno nella stessa condizione, perché anche Max Verstappen guadagna molto. Dunque il salary cap sarebbe un grande vantaggio per i team più piccoli, perché renderebbe le squadre di vertice più deboli in termini di sviluppo”.