Dei fratelli di Fabrizio Moro, Filippo e Romina Mobrici, si sente poco parlare, perché non appartengono né al mondo della musica né all’ambiente dello spettacolo. Sulle questioni private, inoltre, il cantautore capitolino preferisce essere un uomo di poche parole. Tuttavia, ciò non deve far supporre che ciò sia indice di cattivi rapporti con la famiglia d’origine, semmai tutto il contrario! La scelta dipende soltanto dalla volontà di proteggere le persone care dalle attenzioni indesiderate.
Fabrizio Moro, chi sono i fratelli Filippo e Romina Mobrici
Nato il 25 settembre 1980, sotto il segno zodiacale della Bilancia, a Roma, Filippo ha sempre provato un forte interesse per il calcio. Cresciuto nel settore giovanile della Lazio, dov’è salito fino alla squadra Primavera, ha poi calcato i campi di periferia, tra le fila di società come La Rustica, il Monterotondo e il Guidonia. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, si è buttato nello studio, conseguendo il patentino di allenatore a Coverciano. Ha guidato alla vittoria del campionato la squadra Under 17 di Setteville Caserosse e conquistato la salvezza nei regionali nella stessa categoria con i ragazzi nati nel 2003. Al comando dell’Under 19 ha raggiunto un secondo posto, prima di approdare sulla panchina dell’Under 19 Regionale dell’Acd Guidonia nell’estate 2021. È il responsabile tecnico del progetto Arezzo Calcio con il Tor Lupara c, supervisionato da Roberto Muzzi e Andrea Borsa.
I segni particolari di Fabrizio Moro? Talentuoso, bellissimo e pieno di tatuaggi! I disegni sulla pelle del cantante non passano inosservati, tanto che hanno attirato anche l’attenzione di Luciana Littizzetto. A Che tempo che fa la comica è rimasta molto impressionata dai tatoo del vincitore del Festival di Sanremo e ha chiesto spiegazioni. Moro ha rivelato che la maggior parte dei suoi tatuaggi sono strofe delle sue canzoni. Fabrizio ha inoltre confidato che sono tutte creazioni della sorella, che è una tatuatrice professionista. “Sono la sua cavia!” ha scherzato l’artista su Rai Uno
Il rapporto con il padre
“Quando è nato mio figlio sono diventato un’altra persona e mio padre pure, siamo entrambi più sereni. Lui è un uomo che rispetto: ha sempre fatto il suo dovere e non ci ha mai fatto mancare niente. Ma è stato un po’ chiuso e anaffettivo. Quando gli dicevo “voglio fare musicista” rispondeva “Ma di lavoro?” ha fatto sapere Fabrizio a Vanity Fair. “Non mi ha mai detto bravo, mai dato una carezza. Eppure da quando è diventato nonno non c’è una volta che non lo trovi a quattro zampe sul pavimento, coi nipoti sopra” ha aggiunto Moro.