Ieri, sabato 16 giugno è partito il nuovo tour di Fabrizio Moro. Proprio da Roma, proprio dalla sua città natale, proprio dallo Stadio Olimpico, il suo grande traguardo.
Fabrizio corona il suo sogno di cantare di fronte alla sua gente (20.000 persone, riesce a riempire la Curva Sud) su quel palcoscenico. Ha gli occhi pieni di commozione e gioia, proiettati sui due grandi schermi che incorniciano il grande palco dello Stadio. Dice, poco dopo essere arrivato, di aver avuto istanti di paura prima di giungere a noi e cominciare a cantare. E lo dice col cuore.
Tutto il concerto viene eseguito col cuore, in realtà. E si vede. Sin dalla prima canzone fino all’ultima, Fabrizio canta col pubblico, salta, corre, si commuove, s’inchina, fa cadere il suo fido cappello, urla di gridare forte, di far sentire a tutta Roma la voce del suo pubblico. E riesce a emozionare. Una scaletta ricca, che spazia da L’indiano, La felicità, Ognuno ha quel che si merita, Alessandra sarà sempre più bella fino a Pensa, Libero e Sono anni che ti aspetto.
Ci dice che la data del 16 giugno è una grande festa. Della sua musica, dei suoi musicisti, di chi ha creduto in lui, i suoi fan. Lui dedica la serata di ieri soprattutto a loro, fedeli seguaci da vent’anni.
Durante il concerto ripercorre le tappe della sua vita, a partire dalla sua stessa infanzia. Ricorda a tutti da dove viene, le sue radici. San Basilio e Setteville. “Non le dimentico mai, sono ricordi indelebili, i più belli” rivela al pubblico. Per poi partire con L’eternità (Il mio quartiere), brano rielaborato grazie alla collaborazione con Ultimo. Ed è proprio lui il primo ospite della serata, il ventunenne di San Basilio (anche lui) che duetta con il suo mentore.
E poi i periodi bui, quelli delle porte sbattute in faccia, dell’esclusione a Sanremo. Ed è in quel periodo, rivela Fabrizio, che scrive Sono solo parole (che verrà interpretata da Noemi in occasione del Festival di Sanremo). Con le sue canzoni e le sue parole lancia messaggi di speranza a tutti. Che se la vita rivela più spine che rose, arriva il momento in cui ci rende tutta la felicità indietro. E quel momento per Fabrizio è arrivato. E’ in pace. Arriva il turno del secondo grande ospite, Fiorella Mannoia, a cui dedica un coro che fa partire dal pubblico “Ma quant’è bella Fiorella”. Cantano insieme I pensieri di Zo e Acqua (già cantate in precedenza in duetto al Palalottomatica).
Continua con le dediche. A sua figlia Anita, la canzone Portami Via che rivela essere stata lei a salvarlo durante uno dei periodi più bui della sua vita. E poi il terzo e ultimo super ospite. Suo amico fraterno Ermal Meta, duettando sulle note di Non mi avete fatto niente, canzone vincitrice dell’ultima edizione di Sanremo. I fan organizzano una bellissima coreografia, riempiendo il parterre di cuori rossi. D’impatto. Ermal si rivolge a Fabrizio e al suo pubblico “Questo non è un sogno è una realtà. La tua”
Fabrizio giunge alla fine di questa festa. Una festa senza alcuna pausa, riuscendo a portare a termine quasi tre ore di concerto no stop. Grazie anche alla sua band esplosiva. Claudio Junior Bielli (Pianoforte, Tastiere e Programmazioni), Roberto Maccaroni (chitarra e cori), Danilo Molinari (chitarra), Alessandro Inolti (batteria) e Andrea Ra (basso e cori). Il tutto, ricordiamo, ripreso in radiovisione da Rtl 102.5. I suoi fan vorrebbero che la loro festa continuasse, ma purtroppo la mezzanotte scocca anche per il cantante romano. Prima di terminare rimane qualche secondo con la testa fra le mani. Piange, perché non può credere che il suo pubblico sia lì, ancora, dopo tanti anni, ad urlare le sue canzoni. S’inchina più volte. Dice grazie. Grazie mille, tenendosi il cappello che più volte cade.
Che dire, chapeau, Fabrizio. La tua grande festa è stata un successo.
Arianna Lomuscio