In questo nuovo appuntamento con la rubrica Passi di danza, scopriamo biografia e carriera di Fanny Cerrito, ballerina napoletana. Nota come una delle più famose ballerine dell’età romantica, conquistò anche le platee internazionali (europee).
Nata Francesca Teresa Giuseppa Raffaela Cerrito, a Napoli, l’11 maggio 1817. Sarà Fanny la prima volta nel 1836, su un cartellone del Kärntnertortheater di Vienna. Debutta poi a teatro, ballando per la prima volta in pubblico, a soli quindici anni. Infatti, nel 1832, si presenta al Teatro del Fondo, in un balletto di Giovanni Galzerani. Dopo aver studiato con Filippo Izzo, ha la fortuna di lavorare sul palco con alcuni grandi ballerini come Jules Perrot, Carlo Blasis, e anche Arthur Saint-Léon, che è stato anche suo marito dal 1845 al 1851. Riesce anche a diventare prima ballerina del Teatro La Scala di Milano nel 1838. Inoltre, fu anche prima ballerina del Her Majesty’s Theatre di Londra, conquistando anche le platee inglesi.
La carriera di Fanny Cerrito
La sua è, principalmente, una carriera internazionale. Eppure, non manca di affermarsi anche in Italia: infatti, nel 1837 balla a Milano in una coreografia di Antonio Monticini, “I Veneziani a Costantinopoli“. Diventa così prima ballerina nel 1838. Fanny si perfeziona dunque con Carlo Blasis e con sua moglie Annunciata Ramaccini Blasis, e riesce a riscuotere l’ammirazione di Alfred De Musset. Dà vita ad un vero e proprio partito “cerritista”, in opposizione a quello dei “taglionisti”, fautori di Maria Taglioni. È quindi all’apice della sua carriera, tutti la adorano e tutti la richiedono, e riesce a conquistare mezza Europa con la sua grazia.
Non manca però il duro lavoro, insieme al suo maestro, per perfezionare il lavoro di punta per lei, che era molto brava con i salti. Riesce anche a coreografare qualche pezzo: nel 1843 è anche la volta di una coreografia firmata Perrot-Cerrito, Ondine ou la Naïade (con il noto Pas de l’ombre) e l’anno successivo quello de La Vivandière, del quale rimane celebre il Pas de six. Di lei ci sono svariati aneddoti sulla sua vita da diva. Si dice infatti che a Genova, al termine di una serata, si sia messa a trainare la carrozza per tornare a casa, sostituendosi ai cavalli. I lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri la rendevano una bellezza eterea e affascinante. Si ritirerà dalle scene nel 1857, per poi morire, cieca, il 6 maggio 1909, a Parigi.
Marianna Soru
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Metropolitan Magazine n.3 – Giugno 2021