Trasferiamoci nel 2012, anno di esperimenti per il tennis. Per la prima volta nella storia, un torneo si gioca su terra blu. Si tratta del Madrid Mutua Open, competizione solitamente affrontata su terra battuta. Prendiamo un campione qualunque, Roger Federer, simbolo riconosciuto nel mondo del tennis moderno, con un gioco adatto ai tempi che cambiano, ma anche rispettoso della tradizione. Fondiamo innovazione e tradizione e avremo il risultato: il 13 maggio 2012 lo svizzero si laurea campione della terra blu. Attualmente imbattuto su tale superficie, dato che l’esperimento non si ripeterà. Troppe le polemiche.
Campi blu, unica edizione
Il direttore del torneo di Madrid, Ion Tiriac, quando decide nel 2012 di introdurre la terra blu, intende sfruttare la maggior visibilità che si sarebbe ottenuta guardando le partite dal vivo e dalla televisione. Pallina gialla su campo blu risalta di più di pallina gialla su terra rossa. Il materiale di partenza è lo stesso della terra rossa, tuttavia la soluzione scelta per il torneo non verrà ripetuta nelle edizioni successive. Il motivo è semplice: si scivola troppo e la maggior parte dei giocatori si lamenta. Tra questi, due che nel 2011 erano arrivati alla finale: Novak Djokovic, vincitore di quell’edizione, e Rafael Nadal. Nole, già dopo il primo incontro nel torneo a campi blu, afferma: “Per me questo non è tennis. O vengo con le scarpe da calcio o invito Chuck Norris a consigliarmi su come giocare su questo campo”.
Nadal, ancor prima di aver messo piede sul terreno di gioco blu, ha espresso dubbi sulla qualità delle performance possibili e ha affermato che la natura della terra è di essere tradizionalmente rossa, così come non si svolgono tornei su erba che non sia verde. E se lo ha detto il re della terra rossa, forse qualche spunto di riflessione era da cogliere e così è stato. Dal 2013 il Madrid Open è tornato rosso. Un torneo, quello di Madrid, dove il coraggio non è mai mancato agli organizzatori e che anche quest’anno, in mancanza della possibilità di giocare veramente, si sono inventati qualcosa di nuovo.
L’impresa “blu” di Federer
A cavarsela nonostante tutti i dibattiti e le effettive difficoltà è stato l’allora numero 3 del mondo Roger Federer. Il tennista svizzero sbaraglia gli avversari facendo apparire come lamentele insignificanti quelle dei suoi colleghi. Cede un solo set al secondo turno contro Milos Raonic nella sua corsa alla finale; si impone poi nella partita conclusiva su Tomas Berdych per 3-6 7-5 7-5. Federer ha sfruttato magistralmente l’altura della città e si è adattato al blu mostrando un gioco molto aggressivo. L’unico a non affondare nel mare blu di Madrid. Nel circuito WTA è Serena Williams ad imporsi su Victoria Azarenka in finale con uno scoppiettante 6-1 6-3.
Da ricordare con orgoglio italiano anche la finale di doppio, dove svettano tra le vincitrici Sara Errani e Roberta Vinci sulle russe Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina. Il duo si riconfermerà campione anche due anni dopo, dimostrando che la capacità di intendersi e completarsi tatticamente non teme la diversità di superficie.