Federica Angeli, cronista di Repubblica, è chiamata a testimoniare in Tribunale contro Armando Spada del Clan di Ostia. La giornalista è  stata privata della libertà, minacciata e costretta a vivere sotto scorta. Ma non si pente di ciò che ha fatto “denuncerei di nuovo!”, afferma con forza.

Ho pagato con la libertà personale, ma credo sia servito a qualcosa: anche grazie alle mie denunce oggi si conosce la realtà di Ostia e quindi lo rifarei senza dubbio”.

Credits: radioliberitutti.it

Questo è ciò che afferma Federica Angeli, giornalista di Repubblica, che da anni vive sotto scorta per le minacce ricevute dal Clan Spada.

La cronista afferma ciò prima di entrare in Tribunale a Roma dove è stata chiamata a testimoniare nel processo che la vede parte lesa per le intimidazioni ricevute da Armando Spada, cugino di Roberto, noto alle cronache per aver picchiato un giornalista della Rai.

Armando Spada (credits: ilcorrieredelgiorno.it)

Spada, nel processo, è accusato di minacce aggravate e violenza privata ai danni della Angeli. La professionista a testa alta, afferma con forza che rifarebbe tutto da capo… Ci sono stati momenti in cui la voce ha ceduto, lo ammetto” ha spiegato la Angeli, raccontando della sua deposizione, in cui è stata chiamata a raccontare anche come è cambiata la sua vita ora che è costretta a vivere sotto scorta. “Mi sento sollevata, più leggeraha aggiunto,siamo in un’aula di giustizia, siamo riusciti a portarli nel nostro terreno, nella legalità“.

Parole degne di una donna che ama il suo lavoro e che ha cuore la società, la comunità, il paese in cui vive. Una donna che ha coraggio e che, nonostante le continue intimidazioni, verso se stessa e la sua famiglia, non ha ceduto ad alcun compromesso. E’ andata avanti per ben 1677 giorni di inferno, e ce l’ha fatta.

Contemporaneamente all’udienza, fuori dalla Cittadella giudiziaria, si svolge un sit-in di solidarietà alla giornalista indetto da Fnsi, rete No bavaglio e Ordine dei giornalisti.

Non soltanto colleghi, ma anche cittadini comuni hanno risposto all’appello “Mai più soli”, slogan del sit-in: una scorta mediatica “simbolica” per Federica che sotto scorta lo è per davvero dal luglio 2013, dopo le intimidazioni subite durante un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose sul litorale romano e sul business delle concessioni demaniali che vede sotto accusa Spada.

“Come in tutti i casi di aggressioni o minacce ad un cronista – scrivono in una nota congiunta gli organizzatori del sit-in – anche in questa volta siamo dalla ‘parte civile’ dei giornalisti e del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”.

Il post della giornalista, scritto su Facebook, In cui emerge l’amore immenso per i suoi figlio, e non da meno quello per il suo lavoro, al quale con passione si dedica da anni, contro tutto e tutti, senza cedere a compromessi o a minacce, mai.

Cari Lorenzo, Alessandro e Viola,ci siamo. Domani la mamma entrerà, dopo 1677 giorni di libertà perduta, in un'aula di…

Gepostet von Federica Angeli am Sonntag, 18. Februar 2018

Martina Onorati