Anna Sviridenko aveva 41 anni, due lauree, una in Medicina e una in Odontoiatria e si stava specializzando in Radiologia. Aveva due bimbi piccoli, di 3 e 4 anni, ammazzata dal marito, Andrea Patrinieri, che ha messo il suo corpo nel furgone e si è presentato dai carabinieri: “L’ho uccisa”.

Modena è sotto shock, gli amici e i colleghi piangono la professionista di origini russe, stimata e amata, che lottava per i suoi figli macinando mille chilometri, tra Innsbruck, dove si era trasferita dopo la separazione, e l’Emilia ogni settimana. I rapporti erano tesi per l’affidamento dei figli. “Era spaventata” racconta una amica, portava i bimbi dal padre per evitare lo scontro. I vicini di casa, a San Felice sul Panaro, la ricordano come una donna dedita al lavoro, infaticabile e che dava tutto per i suoi figli. Il 17 maggio 2023 era stata decisa, nella causa di separazione, dai giudici in Austria, la collocazione prevalente dei figli nell’abitazione della madre e il diritto di visita del padre. A gennaio 2024, il marito aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena contestando la giurisdizione austriaca. E proprio l’altro giorno i giudici avevano stabilito che i bambini, pur con affido condiviso, avrebbero continuato a vivere con la madre.

Andrea Paltrinieri, 48 anni, residente in città, sarà interrogato oggi. Un mazzo di fiori è apparso davanti al cancello della caserma dei carabinieri.

Cosa è successo ad Anna Sviridenko

Nella tarda serata di lunedì 10 giugno 2024, un uomo italiano di 48 anni si è presentato al Comando Provinciale dei Carabinieri di Modena dichiarando, al militare di servizio alla caserma, che nel suo furgone aveva trasportato il cadavere della moglie.

A quel punto alcuni militari specializzati hanno aperto il veicolo, senza compromettere le fonti di prova, constatando che effettivamente nel bagagliaio del veicolo c’era, rannicchiato, il cadavere di una donna.

Immediato l’intervento sul posto del pubblico ministero che ha eseguito gli accertamenti di rito assumendo, di fatto, la direzione delle indagini. Proprio dalle indagini è emerso che, dopo l’ispezione cadaverica eseguita dal medico legale, la vittima, identificata in una donna 40enne cittadina italiana di origini russe, presentava il capo interamente coperto da un sacchetto nero di plastica stretto al collo con un filo elettrico plastificato. Rimosso il sacchetto, la donna risultava avere il collo stretto con una cintura.

Sulla scorta delle fonti di prova immediatamente acquisite, l’uomo è stato arrestato nella quasi flagranza del delitto di omicidio aggravato ed è stato portato alla casa circondariale di Modena, su disposizione della Procura, in attesa della successiva udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari.