È successo a Napoli, l’ennesimo caso di femminicidio. Sussurrando al telefono, Ornella ha chiesto aiuto a sua sorella: “Mi sta ammazzando”, le ha spiegato a fatica. “Chiama la Polizia, salvami”. Accanto a lei, terrorizzato, il suo bambino, di soli quattro anni, che aveva assistito alla tragica scena.
La corsa in ospedale ed il decesso
L’ambulanza l’ha condotta di corsa al Pronto soccorso del Cardarelli, dove Ornella ha avuto il primo arresto cardiaco. Aveva torace e schiena massacrati da dodici colpi di un grosso coltello, probabilmente di quelli usati in cucina. Un polmone perforato, un’emorragia imponente ed i medici non ce l’hanno fatta a salvarla.
Ornella Pinto, insegnante di sostegno di 40 anni e madre di un bambino di quattro, è morta mentre il suo assassino, Pinotto Iacomino, 43 anni, si era appena costituito ai carabinieri di Terni raccontando di aver accoltellato la donna, ma non sapendo ancora di averla ammazzata.
Al maresciallo che per primo ne ha raccolto la confessione, confessione confermata davanti al pm, Iacomino ha detto che da un anno lui e Ornella erano separati. In realtà dalle successive indagini è emerso che fino a poche settimane fa la coppia era andata avanti tra alti e bassi, continuando però a convivere, e che solo da un paio di settimane la donna aveva deciso di troncare definitivamente.
Femminicidio a Napoli: la separazione
Dopo la decisione della Pinto di chiudere definitivamente il rapporto con lo Iacomino, l’uomo aveva lasciato l’appartamento nei pressi della centrale piazza Carlo III dove i due abitavano insieme da circa sei anni. In questo periodo l’albergo che gestiva a Ercolano è chiuso a causa della pandemia, e aveva perciò deciso di lasciare Napoli. Si era quindi trasferito proprio a Terni, dove ha alcuni parenti che lo hanno ospitato. Giorno dopo giorno, però, il rancore verso la ex compagna è cresciuto e Iacomino ha maturato con sempre maggiore determinazione propositi di vendetta. Riteneva che quella presa dalla donna fosse una decisione ingiusta, per lui ed il loro bambino. E di avere quindi il diritto di punirla per questo. Venerdì si è messo al volante e durante la notte ha guidato da Terni a Napoli, presentandosi nella casa di piazza Carlo II mentre Ornella e il bambino dormivano. Il resto della storia ripete il solito canovaccio, con i vicini che sentono grida di aiuto e rumori assordanti. Anche i commenti sono sempre gli stessi: “Erano sempre sembrati una coppia tranquilla, invece stanotte pareva che ci fosse il terremoto”, raccontano.
Un’altra coppia che “tranquilla” non lo era affatto ed un’altra donna massacrata da aggiungere ad un elenco tragico ed interminabile.
Stefano Vori