Nasce il 19 Aprile del 1932 a Medellìn in Colombia Fernando Botero, oggi uno dei più apprezzati e quotati tra gli artisti viventi. Botero è l’artista dallo stile inconfondibile della espansione dei corpi e dilatazione dei volumi. L’avventura artistica di Botero parte dalla violenta città di Medellìn in Colombia, per evolversi nella sua ricerca stilistica in Messico, Stati Uniti e Italia per approdare infine in un tranquillo borgo toscano, a Pietrasanta.
Fernando Botero
Fernando Botero è uno dei piu grandi artisti colombiani di tutti i tempi ed uno dei massimi artisti contemporanei viventi. E’ è stato un giovane talento che non ha tradito le aspettative: a soli 19 anni ha esposto la sua la prima personale a Bogotà. Nel 1958 espone a Washinton dove venderà tutte le sue opere lo stesso giorno della mostra. Trascorrerà la sua vita tra Colombia, Messico, Stati Uniti e Italia con riconoscimenti e mostre di successi in tutto il mondo. Nel 2019 è uscito nelle sale un Docufilm sulla sua vita “Botero. Una ricerca senza fine”.
Botero è l’artista della ricerca senza fine. A circa 20 anni intraprende un viaggio studio in Europa attraverso la Spagna, la Francia e l’Italia. In Italia resta conquistato da Giotto e dai maestri rinascimentali come Piero della Francesca, Paolo di Dono, Leonardo e Raffaello. Durante la sua carriera di pittore troverà ispirazione nel rielaborare i grandi dell’arte. In particolare riproporrà i capolavori del rinascimento italiano, reinterpretandoli con ironia attraverso le sue forme gioviali e i colori accesi e cangianti della sua terra, la Colombia.
La poetica della rotondità
Risulta facile riconoscere le sue opere e i suoi personaggi. I suoi personaggi, ma anche gli animali e le nature morte, presentano forme generose. Botero resta fedele negli anni allo stile che lo ha reso famoso. La dilatazione della forme nei sui dipinti accoglie colori in una stesura piatta e uniforme, rendendo le sue ambientazioni sempre sospese tra il fiabesco e il reale. Botero dice della sua pittura:
“Non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo sempre un volume, se dipingo un animale lo faccio in modo volumetrico, e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Se io dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, ho sempre quest’idea del volume”.
Volumi quindi, e ricerca di superfici estese per esprimere la sua poetica. Nella opulenza delle forme si può leggere, come nella tradizione ancestrale, il simbolo della ricchezza e del piacere. Del capitalismo e della sensualità. Ma è la monumentalità dei personaggi che rende magnetiche le sue tele. Lo sguardo lontano e malinconico di alcune delle donne di Botero ci mostra l’abbondanza della carne quasi come una strategia di difesa da parte del corpo. Il volume diventa una sorta di riparo per la propria interiorità, un guscio per le emozioni e l’affettività. L’allargarsi delle superfici dei soggetti risulta quindi come una conquista di spazio attorno a se, un allargare i confini di se stessi invadendo l’ambiente che li circonda.
Ma attraverso gli anni l’interpretazione dell’arte si evolve e, forse, dopo l’era del Covid19 la rotondità delle sue figure ci ricorderà scherzosamente anche questa quarantena.
Botero a Pietrasanta
Botero negli anni 70 arriva a Pietrasanta in Toscana, provincia di Lucca, luogo celebre tra gli artisti per la disponibilità di marmi e per le famose fonderie. Resta conquistato dalla abilità degli scalpellini e dalla eccellenza delle fonderie che con alta professionalità lavorano senza tradire le attese degli artisti. Nel 1983 decide di acquistare una casa a Pietrasanta e di installare li il suo laboratorio, diventando cittadino onorario della città toscana.
Botero nel mondo
Le sue istallazioni, in genere statue in bronzo, decorano le piazze di diverse città nel mondo. Famoso è il grande Gatto di bronzo a Barcellona, la Cabeza è la statua che ha dedicato a Medellìn sua città Natale. Ed infine il monumentale Guerriero alto quasi quattro metri a Pietrasanta, sua città di adozione.
A Bogotà la Fondazione Botero espone la collezione personale dell’artista, le cui opere sono state dichiarate patrimonio di interesse nazionale nel 1979. L’artista ha donato al paese l’intera collezione nel 2000, a condizione che l’accesso al museo restasse gratuito.
di M. Cristina Cadolini