Dal 26 al 28 luglio, in quel di Vinci che ha dato i natali al grande Leonardo, si è svolta la quindicesima edizione del Festival Fantasy più famoso di Italia: la Festa dell’Unicorno. La qui presente tra caldo, pioggia, fulmini, vichinghi e tanto cibo e alcool, è stata lì e vi narrerà cose che voi umani sobri non potete neanche immaginare!
DAY ONE
Il primo giorno si può benissimo intitolare “Il Viaggio della Speranza“, non scherzo. Per raggiungere Vinci, se provieni dal profondo sud come la Calabria (o più giù), ci vogliono tante ore e tanti mezzi.
Io sono partita il giorno prima per poter poi ripartire il 26 da Napoli presto con le amiche. Con il treno siamo arrivate a Firenze, poi abbiamo preso un altro trenino per Empoli, infine la navetta per Vinci…
Quindi dalle 9, siamo arrivate intorno alle 14:30.
Cosa ci ha accolti? IL CALDO! Toscani, io non vi invidio, da me fa il sole ustiona, ma da voi disintegra. Vi sono vicina.
Comunque ci vestiamo, ci trucchiamo e via per le vie del borgo. La Festa dell’Unicorno si svolge tutto al centro della città, come ha detto una mia amica, percorre un ellisse, quindi si può visitare tutta in un giorno e facilmente. Si trovano stand “nerd” con fumetti, pop, altri oggettini “jappici”, ma la maggior parte sono tutti a tema fantasy: cuoio, gioielli, armi, trucchi, vestiti, oggetti fatti a mano, associazioni LARP che mostrano il loro mondo. E tra uno stand e un altro: CIBO, BIRRA, SANGRIA, LIQUORI VARI E BUONISSIMI.
Infatti abbiamo iniziato a bevicchiare fin da subito e a fine serata ci siamo ritrovate a pogare sotto il palco con Sua Maestà Cristina D’Avena.
Che puoi vedere anche mille e mila volte, Cristina ti fa sempre sognare e ti riempie l’anima con le canzoni che hanno segnata non solo la nostra fanciullezza, ma anche i nostri anni da adulti amanti dei Cartoni Animati.
Ah, mi sono dimenticata di scrivervi che la fiera è divisa per sezioni, se così le possiamo definire, dove ognuna ha poi una sua propria particolarità, per esempio: nell’area Steampunk troveremo ovviamente i cultori del genere, che hanno allestito e decorato la propria area a tema bulloni e rotelle. Nella Baia dei Pirati si troveranno navi e sirene. Nella Cittadella Medievale, sotto la torre di Vinci, vichinghi, falchi, cavalieri, dame e fate.
In pratica, se vi piace un particolare mondo fantasy, allora c’è una zona che vi attende a bracca aperte e boccali in su.
DAY TWO
Il secondo giorno abbiamo fatto un po’ le turiste, sveglia presta e via per i Musei Leonardiani. Abbiamo visto tutti i progetti di Leonardo Da Vinci prendere vita, qualche suo schizzo della sua città e i libri dove si attestava la sua in vita in quel luogo. Purtroppo non abbiamo potuto visitare la sua casa natale, era fuori il paese di circa 3 km, in mezzo alla campagna toscana, e il tempo…bèh ecco, questa giornata è stata completamente rovinata dalla pioggia e dai fulmini.
Abbiamo anche provato a metterci in cosplay, ma pioggia e fulmini che cadevano praticamente in testa hanno smorzato l’allegria (per modo di dire). Gli stand sono stati chiusi, il servizio civile non voleva rischiare catastrofi visto il maltempo che si stava avvicinando, e molti negozianti hanno preferito fare bagagli e bagaglietti e andarsene del tutto.
Infine siamo state in camera a mangiare, farci maschere di bellezza e vedere film. In ogni caso, abbiamo fatto festa!
DAY THREE
L’ultimo giorno lo abbiamo passato a mangiare, girare, guardare sfilate e in cosplay per i set serali. Perché sì, il bello di Vinci, sono le location da sfruttare persino di sera o notte tarda, con le suggestive torri e campagne come sfondo.
La serata si è conclusa con il concerto dei Folkstone e lo spettacolo pirotecnico che ha illuminato l’antico borgo di Vinci, calando tutto ancora di più in una suggestiva atmosfera.
Probabilmente la Festa dell’Unicorno non è la tipica fiera del “fumetto”, anzi non lo è per nulla. Attraversati gli ingressi, tutto perde spessore, si viene LETTERALMENTE catapultati in un mondo magico fatto di risate, amici, elfi, fate, pirati, vichinghi, mostri e VINO.
E’ un’esperienza diversa che una volta nella vita va vissuta in pieno, nonostante le ore di viaggio e il caldo.
Mi spiace solo di non aver potuto vedere gli ospiti, che erano a pagamento e molti biglietti erano sold out già da mesi, ma tutto sommato sono stata felice lo stesso: sono stata con le mie più care amiche, ho conosciuto persone meravigliose che già voglio riabbracciare, ho giocato, cantato, sfilato, fatto, foto, mangiato arrosticini e bevuto alla famosa Tana dell’Elfo tra un urlo di un barbaro e un canto di una fata, e non vedo l’ora di ritornarci l’anno prossimo.
Maria Francesca Focarelli Barone (BatMary)
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