In un clima infuocato, il Senato vota sì al nuovo governo M5s-PD con 169 voti favorevoli. Duro scambio di battute tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte
Dopo il voto alla Camera, il governo giallo-rosso ottiene la fiducia anche al Senato con 169 voti favorevoli; 8 in più di quelli necessari, ma 2 in meno di quelli dell’esecutivo giallo-verde.
Dopo il voto, il governo Conte bis è legittimato e potrà iniziare la sua azione, pur con il contorno di polemiche che accompagnano la nascita di questo esecutivo fin dalle prime battute.
Il clima al Senato
La discussione al Senato era la più attesa, dovendo il premier Giuseppe Conte fronteggiare un Matteo Salvini certamente indebolito, ma determinato a sferrare gli ultimi colpi prima dell’insediamento effettivo del nuovo governo.
Quello andato in scena a Palazzo Madama è stato uno scontro duro tra opposte fazioni politiche; la leghista Lucia Borgonzoni ha esibito in Aula una maglietta con su scritto “Parliamo di Bibbiano” che ha scatenato le ire dei Senatori PD ed ha costretto la Presidente, Elisabetta Alberti Casellati, a sospendere la seduta dopo un tentativo infruttuoso di sedare gli animi.
I Senatori leghisti hanno accolto il Presidente all’urlo di “traditore” e “uomo senza onore”, hanno più volte interrotto i discorsi dei colleghi con grida che invocavano le elezioni, e ripetendo più volte la parola “dignità!”.
L’agenda politica del nuovo governo
Pur nella genericità rinvenute nel discorso di Conte, il nuovo governo pare intenzionato a lavorare su più fronti, tutti cruciali per la vita politica del paese.
Stando a quanto dichiarato dal Presidente, il nuovo governo è intenzionato a:
“Rivedere il patto di stabilità e crescita, assecondando la crescita economica e lo sviluppo sostenibile dell’Italia e dell’economia intera. Maggiori investimenti delle periferie dell’Europa. Approfittare perché degli investimenti approfitti il nostro Sud. E chiedere che l’Europa investa più cospicuamente nel continente africano perché è impensabile che l’Europa investa in maniera molto meno consistente della Cina in Africa”
Sul tema dell’immigrazione, secondo Conte la questione “va gestita a livello europeo” e “va modificato il regolamento di Dublino”; inoltre, per quanto riguarda i decreti sicurezza, il Presidente ha ribadito, senza sbilanciarsi troppo, che:
“Questo governo è stato chiaro: raccoglierà le osservazioni del presidente della Repubblica”.
Pur nell’evidente distanza che lo separa dagli ex alleati, Conte ha però invocato una collaborazione delle opposizioni:
“Dobbiamo fare di tutto per poter realizzare le riforme che stanno a cuore al Paese, in una prospettiva di nuova legislatura europea. Confido che anche le forze di opposizione diano il loro contributo perché quello che costruiremo in questa legislatura andrà a beneficio di tutti gli italiani”, a partire dalla “revisione del patto di stabilità e crescita”.
Il discorso di Salvini
L’ex ministro Salvini, per tenere alta la tensione, ha sfoderato gli argomenti utilizzati nell’ultimo mese da tutti gli esponenti leghisti.
Il leader del Carroccio ha, infatti, accusato la nuova maggioranza di “poltronismo” ed il Premier di essere un nuovo Monti, “inchiodato” alla poltrona come “le vecchie mummie della Prima Repubblica”.
Sul nuovo programma, Salvini ha dichiarato che si tratta di “un compitino scritto a casa”, ed ha accusato gli ex alleati dei 5 stelle di essere “passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Monti e Renzi”, lanciando un monito alla nuova compagine governativa:
“Abituatevi a tante piazze come quelle di ieri (ndr: la manifestazione di lunedì 9 organizzata da FDI davanti Montecitorio), siete minoranza nel paese ma anche all’interno dei vostri partiti”.
La replica di Conte
Il Presidente del Consiglio sembra un uomo totalmente diverso dal pacato e riflessivo professore di diritto privato che gli italiani hanno conosciuto.
Il premier, infatti, non le ha mandate a dire e ha ribattuto colpo su colpo agli attacchi del leader del carroccio, accusandolo di “arroganza” per la repentina rottura della precedente esperienza e di “scarse cognizioni di diritto costituzionale”, oltre che a rivendicare la scelta di allearsi con il Partito Democratico per frenare la sua ascesa:
“Se quello di assumere pieni poteri era lo schema, è comprensibile che chiunque l’abbia ostacolato, tutti coloro che lo hanno fatto pur nel rispetto della Costituzione e per senso di responsabilità, siano diventati nemici. Gli amici di ieri, gli interpreti del cambiamento non diventano avversari ma nemici. […] Poi con calma nelle prossime settimane spiegherete al Paese cosa ci sia di dignitoso in tutti i repentini voltafaccia che ci sono stati in poche settimane”.
La soddisfazione di Zingaretti e Conte
Il segretario Pd, dopo il voto al Senato che ha dato vita al nuovo governo, si è detto soddisfatto e, in un tweet, ha dichiarato:
“Ora inizia la grande sfida: cambiamo insieme l’Italia”.
Il Presidente del Consiglio, in armonia con quanto scritto dal segretario Dem, ha manifestato la sua fiducia per la nuova esperienza di governo:
“Il Parlamento ha votato la fiducia al Governo. Un nuovo inizio per l’Italia, una stagione riformatrice di rilancio e speranza. Costituzione e rispetto delle Istituzioni la nostra bussola, gli interessi degli italiani il nostro obiettivo. Al lavoro con coraggio e determinazione”.
SEGUICI SU
FACEBOOK
TWITTER
INSTAGRAM