Nella lotta per raggiungere l’accordo più vantaggioso circa la partecipazione dell’italiana Fincantieri ai cantieri navali di Saint Nazaire, Stx, arrivano novità da entrambe le parti
Dopo il pugno sferrato da Emmanuel Macron che invece di dare seguito all’accordo che prevedeva il controllo italiano (di Fincantieri) su Stx (per il 68%) a seguito di bando internazionale regolarmente vinto dalla società nostrana, ha deciso di attivare la clausola che gli consentiva di nazionalizzare la società, in stato di fallimento a seguito della gestione coreana, sembra che, anche se lentamente, un accordo sarà possibile trovarlo.
A confermare ciò è il breve incontro che ha visto protagonisti il Ministro dello Sviluppo Economico italiano Carlo Calenda e il collega transalpino Bruno Le Maire due giorni fa. Calenda, rappresentante degli interessi di Fincantieri in quanto società in mano all’esecutivo italiano, ha ribadito che l’accordo potrà esserci solo se ai cantieri di Trieste sarà assicurato il controllo della francese Stx, quindi almeno il 51%.
Da parte sua, Le Maire ha rilanciato evitando la chiusura vista nei giorni scorsi, che sembrava far presumere che l’unico accordo possibile fosse una divisione 50 e 50 di Stx tra Fincantieri e il governo francese. Bruno Le Maire ha prospettato l’idea di creare una realtà molto ambiziosa, ossia una sorta di Airbus dei Mari di proprietà italiana e francese, tale da diventare un colosso mondiale e spingere l’economia europea.
Ciò sarebbe possibile con l’entrata di Naval Group, altro gruppo industriale francese specializzato però nella costruzione di navi militari e sistemi bellici. In questo modo il progetto non riguarderà solo il settore civile, come voluto inizialmente da Macron, ma anche (e per l’Italia soprattutto, vista la sua esperienza nel campo) quello militare (è notizia di ieri che il Qatar ha commissionato a Fincantieri la costruzioni di 7 navi da guerra per 5 miliardi di Euro).
Così sia la Francia che l’Italia potranno raggiungere un accordo, momento per ora rinviato al 27 settembre, data per la quale il progetto dovrebbe essere pronto.
Intanto, però, l’Italia non retrocede e vuole arrivare all’accordo forte delle proprie aspettative. Se il controllo di Stx non sarà possibile, è però possibile farci sentire sulle realtà italiane sulle quali la Francia ha grande potere.
All’esito dell’incontro tra Calenda e Le Maire, il primo ha accennato al procedimento messo in atto il 31 luglio scorso e che prevede la verifica dell’obbligo di notifica sull’attività di direzione e coordinamento di Vivendi su TIM, sulla quale i francesi hanno messo le mani il 27 luglio scorso.
In particolare, il governo italiano accenna alla volontà di esercitare la “golden power”, un modo per mostrare i muscoli alla Francia: trattasi di una clausola che consente al governo di “blindare” una società di interesse nazionale nel caso in cui sia di importanza strategica. Il pericolo per le aziende di interesse italiano riguarderebbe Tim e Mediaset, sulle quali Vivendi vanta un’alta percentuale di azioni. Ciò non è consentito dalla legge Gasparri, che vieta di avere una quota del il Sistema integrato delle Comunicazioni superiore al 10%, in questo caso fortemente superata. Il colosso francese dovrà quindi scegliere quali azioni cedere, in modo da scendere sotto la soglia massima, vista la situazione di illegalità in cui si trova attualmente, ma che fino ad ora non era mai stata denunciata.
«Qualora sia in gioco una azienda strategica – spiega “La Repubblica” – la legge prevede che gli eventuali cambi di controllo debbano essere notificati alla Presidenza del consiglio entro dieci giorni o in ogni caso prima che divengano effettivi. Nel settore delle comunicazioni, con poteri speciali l’esecutivo potrebbe mettere un vetosulle operazioni riguardanti asset che risultassero strategici, oppure porre particolari condizioni. Per accedere alla golden power, dall’istruttoria dovrebbe emergere un possibile ‘grave pregiudizio’ per gli interessi pubblici legati al buon funzionamento della rete di telecomunicazione».
L’azione iniziata dal Governo italiano, per la quale rumors dicono però non ci siano tutti i presupposti, serve quindi per far si che nelle trattative tra Fincantieri e il governo francese anche l’Italia riacquisti potere, anche se indirettamente, mettendo nel mirino Vivendi.
Il governo italiano fa tuttavia sapere che non si tratta di una ritorsione ma di un’azione necessitata dalla legge ed iniziata addirittura prima dell’ultimo incontro tra il Calenda e Le Maire, a testimonianza dell’indipendenza delle due questioni.
«Riteniamo – ha afermato il Ministro Calenda – che esistano tutte le condizioni per trovare un accordo su Stx e andare avanti sul progetto di partnership tra Fincantieri e Naval Group […] è un progetto meritevole di essere studiato e di attenzione, ma ciò non fa venire meno la necessità di rispettare i patti»
L’estate sarà ancora più calda sapendo che tra poco più di un mese si giocherà una partita importantissima per l’Italia, la sua economia e il suo ruolo nell’economia mondiale, che potrebbe fruttare diversi miliardi di Euro. Qualcosa che ci consentirebbe di ritornare con forza nel mercato globale, in un settore in cui vantiamo esperienza e successi importanti.
Fincantieri avrà quel che vuole?
Lorenzo Maria Lucarelli