Cinema

“Finché c’è guerra c’è speranza”, stasera in tv Alberto Sordi disarmante

È sembrato che il cielo si aprisse, quando le pale dell’elicottero con a bordo Pietro Chiocca, rallentarono il loro giro per toccare il suolo. La “Panaexport” tutto può. Il più lucroso commercio d’armi oltre confini, ha come stile l’impossibile. Alberto Sordi l’ha detto: “Finché c’è guerra c’è speranza“, stasera in tv. Sulle note di Piero Piccioni vola in alto il genio degli affari.

Le vacanze a Cortina, il mutuo, e il voto a S.Antonio che porta via le ultime 10 mila lire, il protagonista, padre di famiglia esilarante, inventa fonti di reddito anche spregiudicate. Pur di soddisfare i capricci e i vizi dei suoi conviventi. La sua merce non concilia con i ‘baracchini‘ allarmati degli aeroporti. Risuonano le sirene al passaggio. E quando la ventiquattrore si apre, riluccica un’armamentario fornito di ogni sciccheria bellica. Bombe a mano, rivoltelle; un piccolo reparto che invece di rafforzarne l’idea del ‘cattivo’, lo assolve per eccesso di umorismo.

Alberto Sordi a mano armata

Finché c’è guerra c’è speranza – Trailer da YouTube

Un tempo era un commerciante romano famoso per le pompe idrauliche. Ma Pietro Chiocca, trasferitosi a Milano, gira per i paesi del Terzo mondo dilaniati dalle guerre civili, speculando a rischio dell’illegalità. I dittatori sono i clienti preferiti. L’Africa negli anni ’70, la sua terra bruciata, il marrone e l’avorio i colori impressi nei vestiti, con le figure femminili dalle procaci nudità; non c’è villaggio, foresta o savana che non si prostri al passaggio del ‘civilizzato’ Chiocca: potrebbe addomesticare leoni, come uscisse dalle pagine di Salgari, o presentarsi con maestria, come il più abile venditore di mine su piazza. In un francese impeccabile, illusta il catalogo con tanto di carri armati all’ultimo grido. ‘Explosiv‘ e ‘merci beaucoup.

Scritto, diretto e interpretato dallo stesso Sordi, “Finché c’è guerra c’è speranza“, stasera in tv, è una commedia amara. Pur continuando a puntare sulle beffe e a stigmatizzare i vizi, Alberto spiega con il suo lato tragicomico, le guerre, la loro fatua importanza, la sconfitta che rappresentano. Non da filosofo o storico. Non si erge a pensatore, ma, dietro la macchina da presa e con la propria faccia, si fa serio, trattando lo sfruttamento, la colonizzazione, il massacro e il sangue. Tutti prodotti dell’uomo.

In guerra e in amore, tutto lecito

Alberto Sordi, scena perforante e dirompente insieme- Da YouTube

Un giorno, un titolo di prima pagina del “Corriere della Sera“, dal titolo altisonante “Ho incontrato un mercante di morte”, e “Il Cobra tra le sue vittime”, basterà a smuovere la coscienza dell’incallito, selvaggio commerciante. E della sua famiglia succhiasangue, finalmente indignata: “Papà, io ho fatto per te qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Ho pianto”. Ma di fronte all’ipotesi di rinunciare alle comodità e ai lussi a cui erano abituati, preferiscono ignorare la provenienza degli incassi del loro capofamiglia. Inizialmente, il ruolo nel film della moglie di Chiocca fu pensato per Monica Vitti, storica partner di Sordi; e poi per Dori Ghezzi. Ma entrambe non ebbero la parte, che fu di Silvia Monti.

“Perché vedete.. Le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono, anche le persone come voi le famiglie come la vostra, che vogliono, vogliono e non si accontentano mai: le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano, costano molto! E per procurarseli, qualcuno bisogna depredare, ecco perché si fanno le guerre!” Alberto Sordi, nel monologo finale del film, da voce a Pietro Chiocca. Uno dei tanti volti della società capitalistica senza cuore. Dove il mercato avanza a spese dei deboli. Brutale e disumana verità. Lui, si sentiva padrone del mondo, col suo completo ‘avana’ come fosse in visita da Gianni Minà, o col caschetto in testa come Kabir Bedi a caccia di tigri della Malesia. Fino ad aprirsi in una confessione disarmante. Racconta verità Alberto Sordi, attraverso questo personaggio, carico di quell’avanspettacolo che solo lui sapeva dare. Rendendo il suo ‘indifferente eroe’ carico di umorismo.

Finché si ride..

Alberto sordi – Finché c’é guerra c’é speranza – Mix scene da YouTube

Il sound latino-americano si fonde con il calore etnico africano. Ne esce una samba un po’ fanfara. Ancora una volta il maestro Piero Piccioni compone brani perfettamente in tono con l’aria comica e nostalgica di Sordi. La colonna sonora scritta per il film, venne inserita anche nel programma di RAI 2 condotto dall’attore romano, “Storia di un italiano“, il racconto del Novecento in Italia attraverso spezzoni dei suoi film.

Ci vuole coraggio ad interpretare Pietro Chiocca. Un personaggio subito disumano. Ma, che, nella soffusa malinconia, cova una forte ribellione. La pellicola, garbatamente, vuole smuovere le coscienze. Vuol toglier dagli occhi, quella mano che li copre. Con la delicatezza di un sorriso, con il sarcasmo, l’ironia, che fa sempre la differenza, e che a Sordi viene naturale. Missionario dell’ilarità.

Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguiteci!

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